La gravidanza gemellare bicoriale

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Le gravidanze gemellari rappresentano l’1-2 per cento di tutte le gravidanze. Attualmente però si registra un aumento di gravidanze multifetali dovuto da un lato all’aumento dell’età media materna, dall’altro alla diffusione di tecniche di fecondazione assistita. La gravidanza gemellare può verificarsi per ovulazione multipla, quando due diversi spermatozoi fecondano due diverse cellule uovo, o per divisione, nei giorni successivi al concepimento, dell’unico zigote fecondato. Nel primo caso i gemelli saranno monozigoti, genticamente identici, nel secondo dizigoti, geneticamente diversi, e si impianteranno separatamente nella parete uterina. Si parla in questo caso di gravidanza gemellare bicoriale, in cui due o più feti si sviluppano in due sacchi gestazionali diversi e quindi con due placente diverse e due sacchi amiotici diversi.

Mentre la gravidanza gemellare dizigotica è sempre bicoriale, la gravidanza gemellare monozigotica può essere sia bicoriale (ciò avviene in un terzo dei casi) sia monocoriale. La gravidanza gemellare bicoriale rappresenta il caso più frequente di gravidanza gemellare e si verifica in un caso su 80.

La corionicità, ovvero il numero di placente presenti nell’utero, incide sulla percentuale di rischio normalmente connessa a una gravidanza gemellare. Infatti, mentre nelle gravidanze gemellari bicoriali il rischio di morte del feto è pari al 9 per cento, nelle gravidanze gemellari monocoriali, in cui cioè i due feti si sviluppano in un’unico sacco gestazionale, oscilla tra il 25 e il 50 per cento. Allo stesso modo i gemelli monocoriali corrono un rischio più elevato di mortalità perinatale.

Il cosiddetto tipo di placentazione della gravidanza gemellare in atto deve quindi essere verificato con grande attenzione e nel corso del primo trimestre di gravidanza per eseguire una corretta valutazione dei rischi corsi dalla madre e dal feto. Solo entro questo periodo è infatti possibile distingue una gravidanza bicoriale da una gravidanza monocoriale poichè attraverso l’ecografia risulta ancora nettamente visibile la divisione delle due placente.

Con il procedere della gestazione invece le due sacche potrebbero fondersi e rendere più difficoltoso l’esame obiettivo della placentazione.

Photo credit | Think stock

 

 

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