colostro

Il colostro, cos’è?

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Il colostro, o primo latte, è un liquido sieroso di colore giallo-arancio che viene secreto dalla ghiandole mammarie durante la gravidanza e nei giorni immediatamente successivi al parto. E’ composto principalmente da acqua, proteine, carboidrati, grassi e leucociti (globuli bianchi) ma contiene anche vitamine (deve il proprio colore giallognolo alla presenza di beta carotene) e sali minerali, soprattutto zinco, importantissimo per i processi di accrescimento. Di fatto è il primo latte che il bambino prende dalla madre mentre il latte maturo inizierà a comparire solo qualche giorno dopo.

E’ proprio attraverso il colostro che la mamma trasmette la gran parte delle proprie difese immunitarie al figlio, dal momento che questo  presenta una concentrazione di agenti immunitari maggiori del latte maturo (rispetto al quale è anche più ricco di proteine e più povero di grassi e zuccheri) e contiene elevate quantità di immunoglobulina secretoria A che protegge le membrane mucose della gola, dei polmoni e dell’intestino dall’attacco di agenti nocivi.

Il calo fisiologico: come e perché

calo-fisiologicoOrmai hai partorito e il tuo compito principale ora è quello di nutrire il tuo cucciolo. Le ore subito dopo la nascita sono impegnative, sei stanca e cominci a pensare a quando arriverà la montata lattea e soprattutto se arriverà. E’ normale avere queste preoccupazioni soprattutto pensando al famoso calo fisiologico che avviene in tutti i neonati.

Nel nostro paese la media di peso alla nascita è di circa 3300 grammi, ma viene considerato normale un peso che vada dai 2500 ai 4000 grammi, ovviamente nei primi tre giorni di vita tuo figlio dovrà adeguarsi alla vita fuori dell’utero e questo assieme al fatto che tu ancora non hai il latte provoca il cosiddetto calo fisiologico, un calo ponderale che per essere normale non deve superare il 10% del peso del bambino. Se tuo figlio pesa 3000 grammi potrebbe essere dimesso a 2700 grammi.

La guida dell gravidanza: 31esima settimana

31-settimane-gravidanzaLA TRENTUNESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Ormai mancano circa due mesi al lieto evento e tu stai pianificando tutto quello che accadrà, dove partorirai, se farai l’anestesia epidurale, se donerai il cordone ombelicale o se lo conserverai in una banca privata. Hai ordinato la carrozzina e hai già lavato tutto il corredino del tuo piccolo, ricordati di tagliare tutte le etichette ai body e alle tutine potrebbero fare irritazione alla pelle delicata del tuo piccolo.

Potresti essere un pò nervosa in queste settimane, il parto si avvicina e l’ansia di non sapere cosa ti aspetta ti fa discutere spesso con il tuo compagno, lo farai entrare con te in sala parto oppure preferisci stare da sola con l’ostetrica? Questo dipende sia da te che dal suo carattere, avrai bisogno di una persona coraggiosa e che ti possa essere di conforto, non di qualcuno più spaventato di te.

Montata lattea: cos’è e quando arriva

montata lattea

Per montata lattea si intende l’avvio della produzione di latte materno da parte della ghiandola mammaria nei primi giorni che seguono il parto. Si tratta di un fenomeno naturale che verifica nella quasi totalità dei casi, e la sua precocità dipende da quando il neonato viene attaccato al seno materno: è infatti proprio la suzione del capezzolo da parte del piccolo a fungere da principale stimolo di questo processo che può manifestarsi dai 2-3 giorni ai 6-7 giorni dopo la nascita.

Di solito, i segnali più evidenti del suo arrivo sono un senso di inturgidimento e pesantezza del seno, che tende ad aumentare di volume, calore ben localizzato, sensazione di tensione della pelle, presenza di un reticolo di vene sulla cute, e un flusso di latte abbondante e scorrevole che tende ad evidenziarsi premendo l’areola mammaria, cioè l’area di pelle scura che circonda il capezzolo.

Questi sintomi si attenuano dopo un periodo la cui durata può variare dalle 10-12 ore ai 2-3 giorni: a questo punto la produzione di latte si stabilizza in base alle esigenze del bambino, il seno si sgonfia e torna ad essere morbido, indurendosi solo quando risulta pieno prima della poppata.

Allattamento al seno, tutti i benefici

allattamento al seno

Il latte materno rappresenta l’alimento migliore per il bambino nei primi mesi di vita, questo infatti non solo contiene tutti i nutrienti necessari per una crescita sana e corretta, ma protegge il neonato anche dallo sviluppo di infezioni (gastrointestinali, respiratorie, urinarie) e ne rafforza il sistema immunitario garantendogli allo stesso tempo un sonno più regolare e tranquillo grazie al contenuto di caseomorfine, veri e propri calmanti naturali.

Analogamente, allattare al seno giova alla salute della mamma riducendone il rischio di insorgenza di patologie quali il tumore mammario e alle ovaie e, più tardi, l’osteoporosi. Inoltre, la neo-mamma che allatta il proprio bimbo consuma un bel pò di calorie e ritorna più velocemente al peso pre-gravidico, mentre la produzione di ossitocina, stimolata dalla suzione, aiuta ad uscire più velocemente dal periodo del cosiddetto capoparto.

Cura del seno e dei capezzoli in vista dell’allattamento

cura seno e capezzoli

Curare il seno e i capezzoli in vista dell’allattamento è fondamentale. Molte donne, pur non avendolo fatto prima, non hanno alcun problema ad allattare, a prescindere della durata e della frequenza della poppata; altre, invece, accusano tali dolori che non appena il bimbo si mette a succhiare, finiscono per rinunciare. Dato che non si può sapere in anticipo quale saranno le sensazioni durante l’allattamento, è necessario seguire qualche piccolo accorgimento.

Per preparare adeguatamente i capezzoli all’allattamento è consigliabile  massaggiarli all’inizio con un ruvido asciugamano asciutto e poi più avanti con un guanto di crine; con questo trattamento preventivo fin dai primi mesi di gravidanza, il tessuto dell’areola mammaria diventa più spesso e robusto, e quindi meno soggetto a ragadi durante l’allattamento. Non usate sapone sui capezzoli: il sapone secca la pelle e rischia di provocare screpolature; anche l’alcol e la glicerina sono da evitare, in quanto induriscono il capezzolo rendendolo più fragile; per l’igiene quotidiana è sufficiente lavarsi il seno con semplice acqua fredda. [aggiornamento: la preparazione dei capezzoli col guanto di crine è una pratica non più consigliata. Le ragadi possono anche dipendere da un attacco scorretto del bambino, da un attacco di candida o da un frenulo corto e il trattamento preventivo del capezzolo spesso nulla ha a che vedere con la loro comparsa].

Nel corso del nono mese sarà utile applicare dopo il massaggio una crema emolliente o un olio, come quello di mandorle, per ammorbidire il tessuto reso già robusto. C’è chi consiglia, qualche settimana prima della data prevista per il parto, di cominciare a spremere il colostro, cioè il liquido che precede la montata lattea, da entrambi i seni per provocare l’apertura dei canali lattiferi, in modo da evitare l’ingorgo che a volte si forma al momento dell’allattamento, una pratica come molto spesso in questi casi un po’ controversa.