bambini e dieta

Obesità infantile: troppe scuole non hanno la mensa

Torniamo a parlare di obesità infantile e di mensa scolastica. Purtroppo il peso forma dei nostri bambini continua a essere oggetto di studio e di riflessione, perché i dati sul sovrappeso sono davvero spaventosi. Non è una questione estetica, ma di salute: il 40 percento dei piccoli pesa troppo e correre il rischio di diventare un adulto obeso, con problemi cardiovascolari e la possibilità di diventare diabetico.

Insegnare ai bambini a mangiare bene si può! Basta portare il cuoco in classe

Sappiamo bene che obesità e sovrappeso sono problematiche sempre più diffuse nelle cosiddette società del benessere e che il loro dilagare non risparmia neppure i bambini, complice lo stile di vita sempre più sedentario e l’alimentazione spesso sregolata. Per questo motivo si parla, da più parti, dell’opportunità di fare educazione alimentare nelle scuole, luoghi deputati anche, si spera, all’apprendimento di sane e buone abitudini di vita.

Tutti a scuola! L’alimentazione giusta per il giovane studente

La scuola sta per ricominciare (o cominciare) e i nostri figli, per quanto giovanissimi, sono chiamati ad affrontare le loro fatiche di studenti. In questa fase è fondamentale che mamma dia loro tutto il suo sostegno e si assicuri che abbiano i mezzi per fronteggiare al meglio la situazione, ivi inclusa la giusta carica di energia.

Ed è qui che l’alimentazione assume un ruolo centrale! Per mettersi al riparo dagli effetti dello stress (da cui, come abbiamo visto, i più piccoli non sono esenti) e mantenersi attivi e concentrati i bambini hanno bisogno di mangiare bene. Vediamo quindi quali sono i consigli di Melarossa per la dieta del bimbo studente:

Bambini obesi, 170 milioni in tutto il mondo

L’obesità dilaga e lo fa su scala planetaria senza lasciare scampo a nessuno, neppure ai bambini. A lanciare l’allarme è la rivista Lancet che ha intervistato gli esperti del National Insitute of Diabetes and Digestive and Kidney Disease, secondo i quali ben 170 milioni di bambini nel mondo sono obesi o in sovrappeso.

E se un tempo si guardava oltreoceano per vedere quanto il problema dei chili in eccesso fosse comune anche tra i più piccoli, oggi, ahinoi, non è più necessario. Nel nostro Belpaese infatti, patria della dieta mediterranea, oltre il 22 per cento dei bambini tra gli otto e i nove anni ha problemi di sovrappeso mentre più dell’undici per cento è obeso.

Troppo sale nella dieta dei bebè

 

Non è la prima volta che parliamo della dieta del bambino e di quanto non sia adeguata nella maggior parte dei casi alle sue reali necessità. Purtroppo secondo molti esperti, c’è un basso apporto di frutta e verdura, mentre si abbonda in calorie e grassi. Ora, dalla Gran Bretagna arriva un nuovo allarme: è esagerato anche il contenuto di sale.

Allergia ai latticini, dolci e biscotti aiutano a superarla

Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Food Allergy Institute della Mount Sinai School of Medecine (pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology) l’allergia ai latticini può essere superata grazie all’introduzione graduale, nella dieta dei bambini, di cibi contenenti latte cotto.

Lo studio ha preso in considerazione un campione di 88 tra bambini e ragazzi di età compresa fra due e sette anni, tutti affetti da allergia ai latticini. Il campione è stato seguito per cinque anni.

I gusti dei bambini non sono condizionati da mamma e papà

I gusti e le abitudini alimentari dei bambini dipendono dai genitori? Forse, ma solo in parte. Secondo uno studio condotto dagli esperti della Johns Hopkins University di Baltimora, i figli hanno gusti loro che subiscono l’influenza degli amici e dei pasti serviti alla mensa scolastica. Questa è una novità che sicuramente mette in discussione quello di cui si è stati convinti fino ad oggi.

Per giungere a questa teoria, sono stati analizzati tutti gli studi pubblicati su quest’argomento tra il 1980 e il 2009. Per l’esattezza sono stati considerati i pranzi e le cene domestiche e le relazioni genitori-figli. Inoltre, i ricercatori hanno tenuto in considerazione le influenze culturali (non c’è nulla che più tocchi da vicino la cucina) e le evoluzioni temporali. Con il passare degli anni il ruolo del genitore, in questo settore, si è nettamente indebolito.

Ricette “etiche” per tutelare la salute e la dieta mediterranea

Affrontiamo il tema della cucina e della salute sulla scia di due tra le più importanti notizie invernali in merito. La prima è che la Cucina Mediterranea è diventata parte del patrimonio dell’Umanità, attraverso la decisione, votata all’unanimità, del comitato Unesco riunito a Nairob (Tale scelta era stata incoraggiata anche dalla morte, emotivamente e socialmente triste, del sindaco di Pollica-Accioroli – Angelo Vassallo, attore di una importante lotta per un paese legale, pulito e sano – e dal fatto che Pollica è la città madre della dieta mediterranea).

La seconda è stata invece pubblicata dal Wall Street Journal: la cucina mediterranea, le cui ricette sono state tramandate per generazioni dalle famiglie italiane, è in via d’estinzione.

A peggiorare quest’ultima notizia è il fatto che la dieta mediterranea è tra le più salutari ed eco-sostenibili e perciò, lasciare che si estinguano pasta e fagioli e ricche insalate, a favore di cibi in scatola e panini fast-food, costituisce una grave e pericolosa perdita.

Il Wall Street Journal consiglia ai giovani uomini e alle giovani donne di recuperare la pratica della cucina fatta in casa. Tuttomamma di tutta risposta, ricorda alle madri e ai genitori in genere di non trascurare l’importanza della trasmissione di una tradizione culinaria ai figli il più possibile sana e, perché no?, etica, seppur integrandola a ciò che si continua a diffondere come politeismo alimentare (tendenza nutrizionale contemporanea che prevede il mescolamento di cibi e ricette di diverso genere, provenienza e cultura).

Bambini e dieta, troppe calorie vuote per i più piccoli

Secondo uno studio dello statunitense National Cancer Institute i bambini e i ragazzi consumano troppe calorie vuote, in altre parole mangiano troppi cibi iperenergetici ma del tutto privi di nutrienti fondamentali per la salute. Lo studio, condotto da Jill Reedy e Susan Krebs-Smith, ha dimostrato che se nella fascia di età da due a tre anni i bambini si nutrono soprattutto di latte intero e parzialmente scremato, pasta e succhi di frutta, dai quattro agli otto anni l’alimentazione si basa soprattutto su pasta e latte.

Poco male se non fosse che dai quattro anni in su i bambini cominciano anche a consumare grandi quantità di dolci e bevande zuccherate che arrivano a rappresentare il 10% dell’introito calorico giornaliero, fino ad arrivare al 40% di calorie vuote consumate ogni giorno se si considera la fascia di età dai due ai diciotto anni.