Ruttino e rigurgito

ruttino

Durante la poppata, che sia al seno o con il biberon, il bambino può ingerire insieme al latte una piccola quantità di aria che finisce per accumularsi nella parte alta dello stomaco. Da qui l’utilità del ruttino che ne permette la fuoriuscita, in genere a fine pasto; non è infrequente però che alcuni neonati lo emettano spontaneamente tra una pausa e l’altra dal biberon o durante il cambiamento di seno.

Se il bambino invece ha bisogno di essere sollecitato per fare il ruttino basterà metterlo in posizione verticale e poggiarlo sulle spalle, quindi massaggiargli la schiena o dargli dei colpetti leggeri con il pamo della mano. In alternativa potete metterlo seduto sulle vostre ginocchia e, reggendolo per le ascelle, inclinarlo leggermente ora da un lato, ora dall’altro.

Sappiate però che non tutti i bambini hanno bisogno di fare il ruttino al termine della poppata, quindi se trascorso un certo tempo (diciamo 5 minuti) questo non arriva non è il caso che inistiate.

A volte però insieme al ruttino arriva il temuto rigurgito (non a caso vi conviene sistemare un fazzoletto di cotone sulla spalla prima di appoggiarvi il bambino). Si tratta della fuoriuscita di una piccola quantità di latte molto frequente nel neonato che in realtà però può avvenire anche a distanza di qualche ora dalla poppata. Di per sè non deve preoccupare, ma vale la pena di adottare qualche accorgimento per prevenirlo:

Allarme Oms: sempre più neonati prematuri

incubatriceOgni anno circa 13 milioni di neonati, il 10 per cento delle nascite a livello mondiale, vengono al mondo prematuri e rappresentano una sfida sempre maggiore da affrontare per i governi e i sistemi sanitari. Lo studio basato sui dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che almeno un milione di bambini muoiono ogni anno come conseguenza di una nascita pretermine e che questi rappresentano il 28 per cento delle morti neonatali durante il primo mese di vita.  Ma ci sono milioni di neonati che sopravvivono e che dovranno affrontare problemi fisici e mentali permanenti come la cecità, difficoltà di apprendimento e malattie respiratorie.

I vari tipi di latte artificiale

latte artificiale

Per nutrire i bambini di chi non può allattare al seno, esistono numerosi preparati della chimica industriale: i latti artificiali. Nel caso in cui si debba ricorrere a questa soluzione, sarebbe meglio preferire alimenti non manipolati, come il latte vaccino diluito con latte di soia o di mandorle o con un decotto di cereali integrali provenienti da colture biologiche, ma la loro preparazione è piuttosto complicata e il risultato non è sempre garantito.

Esistono vari tipi di latte destinati a sostituire quello materno, vediamo quali sono. Il latte adattato che ha una composizione molto simile a quella del latte materno, e contiene un’alta percentuale di lattosio e lipidi di origine vegetale, ed è ideale per bambini sopra i 2,5 kg; il latte parzialmente adattato, che si differenzia da quello adattato per composizione di zuccheri, e perché riduce più rapidamente il senso di fame.

Il latte di seguito è preparato riducendo la concentrazione delle proteine nel latte vaccino e per questo è molto simile a quello di mucca, ed è usato per i bambini dai 5 mesi in poi. Il latte vegetale è utile per neonati intolleranti ai componenti del latte e per curare particolari problemi di salute; i più usati sono il latte di soia e il latte di mandorle. Esistono anche dei latti particolari studiati per i neonati nati prematuri.

Influenza A: se la gestante si ammala rischi per il bebé

vaccino influenza A

Secondo i risultati di uno studio compiuto da Caleb Finch dell’università di Los Angeles la gestante che dovesse prendere l’influenza A potrebbe danneggiare anche pesantemente la salute del nascituro (anche a lungo termine). Il bambino potrebbe avere un minore quoziente intellettivo ma potrebbe andare incontro anche al rischio di infarto.

Negli Stati Uniti, dalla fine di agosto ad oggi sono state ricoverate in terapia intensiva 100 donne colpite dal virus dell’influenza A. Pensate che di queste 100 donne, 28 sono morte. Ecco perché Anne Schuchat, responsabile del centro malattie respiratorie del Cdc (Center for Desease Control and Prevention) di Atlanta raccomanda alle mamme in gravidanza di vaccinarsi appena possibile per proteggere se stesse ma anche il bebé.

Cosa fare se il bambino non mangia

bambini che non mangiano

Un bambino che si rifiuta di mangiare o che non finisce tutto il proprio pasto è sempre motivo di grande preoccupazione per mamma e papà. Non sempre però dietro allo scarso appetito di un bambino si nasconde un vero problema di salute, tanto più che spesso il pediatra, consultato dagli allarmati genitori, conferma che il piccolo cresce regolarmente in peso e in altezza.

Cosa fare allora se questo è il vostro caso?  Anzitutto non costringete vostro figlio a mangiare se non ne ha voglia, questo comportamento infatti contribuirebbe solo ad instaurare un cattivo rapporto con il cibo. Per lo stesso motivo non usate il cibo per ricattarlo (ad es. dicendogli “se non mangi non andremo a giocare al parco”) o, al contrario, per premiarlo, peggio che mai promettendogli che gli darete cibi dolci come ricompensa per aver mangiato. In quest’ultimo caso il bambino potrebbe giungere alla conclusione che siete disposti a tutto pur di vederlo mangiare e di conseguenza usare il cibo per ottenere quello che desidera.

Il latte materno deve essere preso “espresso”

allattamento/1I livelli dei nutrizionali nel latte materno cambiano ogni 24 ore in risposta ai bisogni del bambino. Questa notizia è destinata a mutare le abitudini di molte neomamme, soprattutto quelle che lavorano ed hanno la necessità di tirare il latte.

Questo nuovo studio pubblicato dalla rivista Nutritional Neuroscience ha posto in evidenza un duplice aspetto dell’allattamento al seno, infatti ha messo in luce come il latte materno aiuti a regolare i ritmi del sonno del neonato e soprattutto come la composizione di questo prezioso alimento cambi notevolmente durante l’arco delle 24 ore.

Nuoto e ginnastica in acqua per le gestanti

nuoto in gravidanza

Fare sport in gravidanza, si sa, è molto utile, perché aiuta a mantenere un buon tono muscolare che sarà utile durante il parto, e perché contribuisce a non prendere troppo peso. In particolare, il nuoto è lo sport ideale per le gestanti, anche perché può essere praticato fino alla fine della gravidanza.

L’acqua alleggerisce la schiena, e quindi sarà un valido aiuto per tutte quelle che soffrono di dolori lombari, ma contribuisce anche ad allentare la tensione dello stomaco che, spesso, a fine gravidanza è schiacciato dall’utero, favorendo così anche la digestione, la respirazione, e la diminuzione della pressione sulla vescica. Ma i benefici non sono finiti qui; l’immersione nell’acqua aiuta a sgonfiare le gambe ed aumenta il lavoro dei reni, aumentando, di conseguenza la diuresi, e quindi la purificazione dell’organismo.

Se vi spaventa l’idea di nuotare con il pancione, potrete sempre iscrivervi ad un corso di acquagym, facile e divertente, e anche meno faticoso della ginnastica a terra, perché l’acqua riduce la forza di gravità; inoltre, molte piscine organizzano corsi specifici per le gestanti.

L’Agenda Gravidanza della Regione Piemonte

agenda gravidanzaInteressante ed utile iniziativa quella messa in atto dalla Regione Piemonte e destinata a tutte le mamme in dolce attesa che potranno ricevere gratuitamente, recandosi presso i 200 consultori della Regione, l’Agenda di Gravidanza.

Realizzata dall’Assessorato alla tutela della salute e sanità, in collaborazione con l’Assessorato al welfare, l’Aress (Agenzia regionale per i servizi sanitari), la Consigliera di parità, il coordinamento dei consultori e con gli operatori sanitari del territorio e degli ospedali si tratta di una vera e propria risorsa utile dovere poter reperire tutte le informazioni relative a: gravidanza, parto, puerperio, gli stili di vita consigliati, le azioni di protezione e prevenzione e i diritti legati alla maternità e alla paternità. Per aiutare anche le donne straniere è stata realizzata anche una guida alla lettura in inglese, francese, tedesco, arabo e rumeno.

Giocattoli per neonato

Toys

Vi siete mai chieste se ci sono giocattoli intelligenti e creativi dai 3 mesi in poi? E vi è mai capitato di ricevere come regalo, dei giocattoli inadatti per vostro figlio? I giocattoli per un neonato sono molti importanti, dato che inizia proprio lì la loro fase di esplorazione, nel toccare, vedere e sentire. L’oggetto catturerà la sua attenzione per i colori, le forme e la sostanza. I primi istinti di un bambino alle prime armi con un giocattolo, saranno quelli di metterlo in bocca e in un successivo movimento, di buttarlo a terra, pronti per conoscerne un altro.

Allattare al biberon, consigli pratici

allattamento artificilae

Sia che abbiate scelto di nutrire vostro figlio con l’allattamento artificiale, sia che abbiate dovuto ricorrere al biberon nonostante la volontà di allattare al seno, possono esservi utili alcuni consigli pratici perchè la poppata si svolga nel migliore dei modi. Premesso che è fondamentale anche in questo caso tenere il bambino in braccio durante il pasto, la prima regola è quella di preparare il biberon in maniera adeguata.

Prima di maneggiare biberon e tettarelle, che dovranno essere adeguatamente sterilizzati, lavate bene le mani. Quindi una volta preparato il latte chiudete la ghiera senza stringerla troppo; una ghiera troppo stretta rende faticosa la suzione al piccolo e favorisce l’introduzione di aria nel pancino. Se usate il latte in polvere agitate bene il biberon per evitare che rimangano grumi.

Smart Inclusion al Bambino Gesù: una finestra sul mondo per i piccoli malati

smart-inclusion-terminaleIl progetto Smart Inclusion è stato inaugurato presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ed è la prima iniziativa in Italia che integra su un’unica piattaforma tecnologica servizi di teledidattica, intrattenimento e gestione dei dati clinici. Il servizio è dedicato ai bambini che si trovano nel reparto di oncoematologia pediatrica e che dunque hanno davanti a loro una degenza lunga che rischia di isolarli dal mondo della scuola, dei coetanei e soprattutto del divertimento.
Smart Inclusion consente ai bambini di partecipare (anche fisicamente) alle lezioni dei coetanei oppure di svagarsi con contenuti coinvolgenti e interattivi. E permette al personale sanitario di disporre di strumenti evoluti a supporto dei processi di cura dei piccoli pazienti.

Gli antidepressivi causano più parti prematuri

antidepressiviSappiamo bene che durante il periodo della gravidanza le future mamme devono prestare particolare attenzione all’uso di farmaci.

A questo proposito voglio rendervi partecipi dei risultati di uno studio compiuto dal Bandim Health Project in Guinea-Bissau e diretto da Najaaraq Lund. Sembrerebbe che le gestanti che nei nove mesi di gravidanza prendono antidepressivi avrebbero un rischio doppio di andare incontro ad un parto prematuro.

Già precedentemente si era dimostrato che i farmaci antidepressivi sarebbero in grado di oltrepassare la placenta e che tracce si ritrovano anche nel sangue del cordone ombelicale ma questa ricerca va oltre.

Coliche del neonato, come affrontarle?

coliche nel neonato

Le coliche gassose sono piuttosto frequenti nei primi tre-quattro mesi di vita del bambino. Si manifestano con crisi di pianto che possono protrarsi anche per delle ore durante la quali il bambino, che appare molto sofferente, tiene le gambine flesse e i pugni chiusi, ha il visino arrossato e l’addome teso. In alcuni neonati si ripetono piuttosto di frequente alla sera ed è difficile fare in modo che non si presentino più.

Tuttavia è opportuno adottare alcuni accorgimenti utili a prevenirle, sia che si allatti al seno, sia che si nutra il bambino con il biberon: se allattate al seno evitate di bere tè, caffè, cioccolato o bibite gassate e verificate con il pediatra che nella vostra dieta non ci sia qualche alimento che disturbi il bambino favorendo l’insorgenza di coliche. Se invece allattate con il biberon valutate con il pediatra l’opportunità di cambiare latte e assicuratevi che la poppata avvenga correttamente.

Cosa fare se il bambino ha le coliche:

Ipertrofia delle adenoidi, una patologia frequente

adenoidiL‘ipertrofia delle adenoidi è un problema molto frequente nei bambini ed inizia di solito verso i 3 anni. Le adenoidi sono costituite da tessuto linfatico e si trovano dietro al naso, nel cavo rinofaringeo. Quando le adenoidi aumentano di volume, possono insorgere diversi tipi di patologie conseguenti proprio all’ingombro del tessuto ipertrofico:

  • Il sintomo più caratteristico dell’ipertrofia adenoidea è la difficoltà respiratoria nasale, specie notturna, del bambino. Se la notte il bambino russa, ha un sonno molto disturbato, lamenta incubi notturni e spesso fa la pipì a letto potrebbe soffrire di questa patologia.