I bambini prematuri

bambino prematuro

Esiste un sito web chiamato prematuri.it, creato da Moige (Movimento Italiano Genitori) che fornisce utilissime e preziose informazioni a quanti (mamme, papà, parenti e amici) si troveranno (o si trovano) nella situazione di dover convivere con un bambino che è uscito un po’ troppo presto dal grembo materno. I parti prematuri rappresentano circa il 15% di tutti i parti.

I bambini prematuri sono più piccoli di quelli nati a termine; hanno una pelle più sottile e un colorito più rosso-violaceo. La testa, rispetto al corpo e agli arti sottile appare più grande. Solitamente nei bambini prematuri è presente ittero che può protarsi per lungo tempo.

I bambini prematuri non sono in grado di regolare la propria temperatura corporea e l’incubatrice per i primi giorni di vita avrà il compito di riprodurre il più fedelmente possibile l’ambiente del ventre materno.

La guida della gravidanza: 33esima settimana

33-settimana-gravidanzaLA TRENTATREESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

In queste settimane hai l’incubo di capire quando sarà giunto il momento di andare a partorire, è il tuo primo fglio e tu non sai se riuscirai a capire i sintomi che preannunciano il travaglio. Di solito nei giorni prima del parto le donne hanno la classica sindrome del nido, ti sentirai forte come un toro e inizierai a pulire e a mettere a posto la casa, come se non avessi tutti quei chili in più a darti impaccio.

Per quanto riguarda i sintomi fisici, comincerai a sentire più male alla schiena e le contrazioni si faranno più frequenti durante la giornata, cosa che porterà ad ammorbidire ed accorciare il collo dell’utero e a far sì che tu perda il tappo mucoso, te ne accorgerai quando vedrai delle perdite di muco miste a sangue prima secco poi più rosso, da questo momento potrebbe passare anche una settimana prima del lieto evento.

Aiuto! Il bambino ha i pidocchi!

pediculosi

Se il vostro bambino ha i pidocchi non fatevi prendere dal panico. Anzitutto sappiate che questo spiacevole inconveniente non è assolutamente dovuto a carenze igieniche; prendere i pidocchi inoltre non è poi così difficile e questi piccoli, insidiosi insetti non rappresentano dei nemici pericolosi e neppure così difficili da sconfiggere.

L’infezione si manifesta di solito con un intenso prurito a livello del capo causato da un liquido depositato dai pidocchi sul cuoio capelluto nel momento in cui questo viene punto. Quindi, scrutando attentamente tra i capelli, è possibile scorgere degli insetti piuttosto piccoli, i pidocchi appunto, di colore grigio-biancastro insieme alle uova attraverso le quali si riproducono: le lendini. Queste ultime si attaccano al capello e si concentrano soprattutto sulla nuca e dietro le orecchie; si presentanto di forma allungata e di colore bianco o marrone.

Il primo libro a sei mesi, consigli per leggere al tuo bambino

leggere-ai-bambiniQuante volte ti sei chiesta quando sarebbe arrivato il momento di leggere un libro al tuo piccolo? E se ti dicessi che puoi iniziare dai sei mesi, cosa ne penseresti. Esiste un progetto chiamato Nati per leggere che promuove la lettura ad alta voce da parte dei genitori sin da quando i bambini sono molto piccoli, una iniziativa nata con la collaborazione di pediatri, biblotecari e psicologi.

Secondo Giancarlo Biasini, direttore della rivista Quaderni dell’Associazione cul­turale pediatri

Leggere aiuta a crescere e non è mai troppo pre­sto per iniziare ad amare i libri. A sei mesi un bambino è già in grado di interessarsi a un testo a patto che riporti molta ‘facci­ne’ perché il piccolo è da subi­to interessato ai volti, a comin­ciare da quello della mamma. A un anno arrivano le prime fila­strocche accompagnate da tan­te figure. Ma, attenzione: van­no lette stando insieme, non va­le mettere il piccolo davanti a un cd o a un dvd. Quello che at­trae il bambino, e gli fa amare le figure, la rima, il libro, sono i genitori, è la possibilità di stare vicino a loro, di ricevere atten­zione. I bambini impareranno a voler bene ai libri perché vo­gliono bene a voi

Alimentazione del bambino: quando dargli la prima pastina

prima pastina al bambino

Grazie ai carboidrati che contiene, la pasta deve essere la base della pappa del bambino, perché è  in grado di rappresentare la fonte primaria di energia dell’organismo; essa contiene anche una discreta quantità di proteine che però non possiedono tutti gli aminoacidi di cui il bambino ha bisogno e che quindi devono essere introdotti con altri alimenti, magari abbinando la pasta ai legumi.

All’inizio è opportuno offrire al bambino la pasta per l’infanzia, in quanto è prodotta con farina diastasata, cioè con l’amido scomposto in particelle più semplici per favorire la digestione al piccolo, pur mantenendo intatto il suo valore nutritivo; essa, inoltre, contiene anche sali minerali e vitamine del gruppo B.

Pur consigliandosi con il pediatra, si può iniziare a dare la pasta al bambino già dai 4 mesi, nella versione senza glutine fino ai 6 o 12 mesi. A 4 mesi si può offrire con quella dal formato piccolo, in modo da essere più digeribile, come il tipo “tempestina” o le “perline”, e da cuocere nel brodo vegetale per farla diventare più saporita. Intorno ai 10 mesi , quando saranno già comparsi i primi dentini, si può dare al bambino la pasta di grano tenero nel formato più grande come i semini, le stelline e gli anellini, magari con l’aggiunta di legumi decorticati. Dopo i 12 mesi può essere proposta la pasta di grano duro, come le pennette, tagliandola in piccoli pezzi.

Aptamil Milupa per i bambini allergici al latte vaccino

Aptamil MilupaCi sono bambini che nei primissimi mesi di vita possono sviluppare allergie alle proteine del latte vaccino; si tratta di una delle allergie più diffuse nei bambini. Se questi vengono allattati artificialmente in genere si manifesta a partire dal 2° mese di età: se invece vengono allattati al seno, questa allergia può comparire quando si passa al latte artificiale o nel momento dello svezzamento. Si può manifestare con eczemi, diarrea o vomito.

I bambini allergici al latte vaccino possono sviluppare con maggiori probabilità anche altre allergie come quella alle uova o alla soia.

La guida delle gravidanza: 32esima settimana

32-settimane-gravidanzaLA TRENTADUESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Mancano otto settimane al parto e ora dovrai pensare se hai dimenticato di comprare qualche cosa, consultati con qualche tua amica che già ha partorito lei ti potrà aiutare a completare la lista di cose da fare. Sai che nel momento del parto potresti sentire freddo ai piedi, il consiglio è quello di mettere nella valigia dell’ospedale un paio di calzini pesanti da mettere durante il travaglio. Porta anche un mollettone per raccogliere i capelli, sicuramente durante il parto i capello sciolti potrebbero infastidirti.

Se hai ordinato la carrozzina richiama il negozio e sollecita che la facciano arrivare qualche giorno prima della data prevista per la nascita, in modo che tu possa provare come funziona, come si smonta e si rimonta e che tu la possa preparare con i lenzuolini e le copertine che hai preso per il tuo bambino.

La fase dilatativa del parto

sala-travaglioTi ho già parlato qualche giorno fa della fase espulsiva del parto, oggi ti parlerò della fase dilatativa che rappresenta il momento vero e proprio del travaglio. Come sai durante la gestazione il collo dell’utero deve essere chiuso ermeticamente, anche se purtroppo ci sono dei casi in cui invece questa parte risulta incontinente e si deve applicare un cerchiaggio. A partire dalla trentottesima settimana di gravidanza inizierai ad avvertire le contrazioni che prepareranno la cervice uterina al giorno del parto, questa sotto l’azione delle contrazioni diventerà più morbida ed inizierà ad accorciarsi.

Quando inizierà il travaglio vero e proprio, cioè quando le contrazioni avranno una cadenza ritmica e torneranno circa ogni tre minuti con una durata di almeno un minuto, il collo dell’utero si appianerà totalmente divenendo un tutt’uno con la parete uterina e poi comincerà a dilatarsi. Questa fase può durare anche diverse ore e tu dovrai cercare di riposare tra una contrazione e l’altra, dovrai bere e ricaricare le tue energie mangiando qualcosa di dolce. Gli alimenti più adatti sono quelli che si digeriscono facilemente e che sono energetici, come un cucchiaino di marmellata o di miele, una zolletta di zucchero, una caramella o una fetta biscottata.

Parti gemellari e alimentazione: ecco i risultati di una ricerca americana

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Secondo uno studio condotto da un’equipe di medici americani le donne che seguono una dieta vegetariana difficilmente partoriranno dei gemelli; al contrario, in coloro che seguono un’alimentazione che include ance latte e prodotti animali, questa possibilità è maggiore.

La ricerca, svolta presso Long Island Jewish Medical Center di New York, ha esaminato il legame che ci sarebbe tra l’alimentazione e l’eventualità di avere un parto gemellare; ma perché è stato effettuato questo studio? Secondo gli scienziati che anno partecipato al progetto tutto sarebbe partito dall’aumento del 75% di parti gemellari in America tra il 1980 e il 2003; gli studiosi insomma, hanno deciso di indagare sui motivi di questa vertiginosa crescita di parti doppi.

I prodotti Plasmon

PlasmonCome ben sappiamo ad ogni età dei bambini corrisposnde una pappa (pappa che deve comunque sia apportare i giusti nutrienti) specifica; a questo proposito voglio parlarvi di Plasmon che offre una gamma di prodotti studiata appositamente per rispondere alle diverse esigenze alimentari che i piccoli possono avere. I prodotti Plasmon sono suddivisi in 4 principali categorie che appartengono ad altrettante fasce di età:

– Prodotti che si possono introdurre a partire dal 4° mese di età
– Prodotti che si possono introdurre a partire dal 6° mese di età
– Prodotti che si possono introdurre a partire dal 12° mese di età
Altri prodotti

La guida dell gravidanza: 31esima settimana

31-settimane-gravidanzaLA TRENTUNESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Ormai mancano circa due mesi al lieto evento e tu stai pianificando tutto quello che accadrà, dove partorirai, se farai l’anestesia epidurale, se donerai il cordone ombelicale o se lo conserverai in una banca privata. Hai ordinato la carrozzina e hai già lavato tutto il corredino del tuo piccolo, ricordati di tagliare tutte le etichette ai body e alle tutine potrebbero fare irritazione alla pelle delicata del tuo piccolo.

Potresti essere un pò nervosa in queste settimane, il parto si avvicina e l’ansia di non sapere cosa ti aspetta ti fa discutere spesso con il tuo compagno, lo farai entrare con te in sala parto oppure preferisci stare da sola con l’ostetrica? Questo dipende sia da te che dal suo carattere, avrai bisogno di una persona coraggiosa e che ti possa essere di conforto, non di qualcuno più spaventato di te.

Lo yoga in gravidanza: ecco perché fa bene

yoga in gravidanza

Per prepararsi al parto in modo sereno e rilassato sia dal punto di vista fisico che da quello psichico, la cosa migliore da fare è seguire un corso di yoga durante la gravidanza. Lo yoga è una pratica di origine indiana, ispirata dalla religione induista, che si basa sul alcune tecniche respiratorie per raggiungere il benessere psicofisico.

Praticare lo yoga durante la gestazione è molto positivo, perché aiuta la donna a rilassarsi, ad allontanare lo stress, a sciogliere le tensioni e a preparare i muscoli al parto; inoltre, lo yoga insegna delle tecniche di respirazione particolarmente utili nel momento del travaglio, in modo da riuscire ad favorire le contrazioni e a rilassarsi. Lo yoga può essere tranquillamente praticato durante tutta la gravidanza, perché le posizioni da eseguire sono studiate apposta per le gestanti.

I corsi di yoga in gravidanza si basano su tre differenti tipi si esercizi: fisici, di respirazione e di rilassamento. Quelli fisici si fondano sullo svolgimento di alcune posture impostate sulla ricerca dell’equilibrio e sull’ascolto del corpo, mentre quelli di respirazione servono per allontanare le tensioni e arrivare ad avere uno stato mentale sereno. Questi esercizi si riveleranno particolarmente utili durante il travaglio, in modo da poter tenere sotto controllo le contrazioni.

L’episiotomia ovvero l’incisione del perineo

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In questo articolo vorrei parlare di uno dei tanti incubi delle donne che si accingono a partorire: l’episiotomia. Quando sono andata a partorire la prima volta ho chiesto subito all’ostetrica di cercare di evitare di praticare il tanto rinomato taglietto, ero davvero spaventata dall’idea. Ma ora facciamo un pò di chiarezza: l’episiotomia consiste nell’incisione del perineo, un muscolo che si trova tra l’ano e la vagina, un intervento che spesso non è necessario e che fino a poco tempo fa veniva decisamente abusato. L’episiotomia, mediana o laterale che sia, di solito viene eseguita per facilitare l’espulsione del bambino e per evitare che i tessuti si lacerino in modo irreparabile, viene eseguita in anestesia locale e richiede l’applicazione di punti riassorbibili.

Un pò come la pratica del cesareo, l’episiotomia dovrebbe avere luogo più raramente possibile, persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fornito delle linee guida per le quali solo nel 15 % dei casi andrebbe effettuata l’incisione del perineo. E le indicazioni perché venga effettuata sono un pericolo serio per il bambino o per la mamma. Per quanto riguarda la lacerazione spontanea dei tessuti alcuni studi hanno dimostrato che la guarigione di quest’ultima è più veloce di quella dei tessuti sottoposti ad episiotomia.

In arrivo bambini con tre genitori?

ricercatori

La scienza sembra non avere più confine e sembra essere in grado di realizzare praticamente tutto (o quasi). La notizia di cui sto per parlarvi arriva direttamente dal Giappone dove alcuni ricercatori del St Mother Hospital di Kitakyushu avrebbero unito gli ovociti di due donne, una più giovane e una più anziana per riuscire ad avere maggiori possibilità di successo della gravidanza.

Avete capito bene: prima o poi (e a quanto pare a breve) potrebbero nascere dei bambini con due mamme e un papà. Bisogna comunque sia precisare che

Gli ovociti creati non sono stati ancora utilizzati per far nascere i bambini, ma sono stati fecondati con un’iniezione di sperma per produrre embrioni in laboratorio