Scuola a misura di bambino: le indicazioni della Sip

Come promesso, ecco le indicazioni della Società Italiana di PediatriaSIP, stilate nel documento La Scuola che vogliamo per il protocollo d’intesa con la Regione Abruzzo. Dopo il grave terremoto del 2009 a L’Aquila, l’amministrazione abruzzese è ancora alle prese con la ricostruzione delle strutture scolastiche, questa volta tendo conto delle norme antisismiche e della vivibilità.

Poco tempo all’aria aperta, bambini sempre più miopi

Qui su Tuttomamma parliamo spesso di quanto sia importante per i nostri figli trascorrere più tempo all’aria aperta e questo per i motivi più svariati: avere la possibilità di camminare, correre e giocare al parco li aiuta a mantenersi in forma, a scaricare le energie in “eccesso”, ad allenare la fantasia e…a vederci meglio! Secondo uno studio condotto all’Università di Cambridge e presentato all’America Academy of Ophtalmology, infatti, trascorrere un’ora in più all’aria aperta fa diminuire del 2 per cento la probabilità di diventare miopi.

Questo per due motivi: il primo è che la luce naturale protegge la forma del bulbo oculare stimolando la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che protegge il bulbo stesso, il secondo è che stando all’aria aperta l’occhio si “esercita” a mettere a fuoco oggetti più lontani, possibilità del quale lo si priva conducendo uno stile di vita sedentario al chiuso delle nostre case.

Scuole a misura di bambino: protocollo d’intesa tra l’Abruzzo e la Sip

Luce il più possibile naturale, diretta e ben distribuita per evitare non solo disturbi alla vista, ma anche riflessi negativi sul comportamento; sulle pareti colori tenui come salmone, giallo e arancio pallido per aumentare la concentrazione e ridurre l’ansia. E ancora, vernici bio, comfort termico e purezza dell’aria, garantita da impianti di areazione e filtraggio, per prevenire allergie e patologie respiratorie in continuo aumento tra i bambini.

Pidocchi o forfora? Riconoscerli e trattarli

Avere i pidocchi non è solo un fastidio, ma è anche causa di dispetti e canzonature da parte dei compagni di scuola.

Nelle classi scoppiano spesso allarmi di questo tipo e le mamme sono così costrette ad informarsi sulla veridicità delle affermazioni dei figli, chiedendo agli insegnanti e al personale scolastico. Quando poi i pidocchi vengono accertati, esse devono ricorrere a shampoo e prodotti mirati per risolvere il problema.

E’ bene sapere però che i pidocchi, sebbene così temuti, non sono pericolosi e soprattutto non sono sinonimo di scarsa igiene. C’è di più: molti di quelli che di solito vengono classificati come pidocchi non lo sono.

Quindi, come riconoscerli?

I bambini prematuri sono più a rischio malattie metaboliche

Sono abbastanza noti i rischi che corrono i bimbi prematuri, infatti, le mamme sono spaventate di non portare a termine la gravidanza. Ci sono casi, però, in cui i piccini superano la nascita anticipata con tranquillità. La loro corsa però verso la salute e la sopravvivenza non si ferma per questo. Secondo una ricerca dell’Imperial College di Londra, infatti, possono subentrare più facilmente in età adulta malattie precoci.

Anche la schiena va a scuola! L’opuscolo dell’AIFI

E’ stato presentato all’ultimo Congresso Nazionale dei Fisioterapisti, tenutosi a Pacengo del Garda, l’opuscolo dal titolo “La schiena va a scuola, prime regole per rispettarla“, un guida rivolta a genitori, insegnanti e bambini della scuola primaria allo scopo di sensibilizzarli sulla prevenzione dei disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico.

Infatti, cinque bambini su dieci, nella fascia di età compresa fra sei e dieci anni, soffrono di lombalgia; un dato sconcertante considerato che questo tipo di “acciacchi”, che dovrebbero essere del tutto sconosciuti prima di aver raggiunto una certa età, colpisce l’apparato muscolo-scheletrico in una fase delicatissima del suo sviluppo.

Lavaggio nasale, fondamentale per la salute dei bambini

Quando il bambino è piccolo è piuttosto difficile che riesca a pulirsi per bene il naso da solo. Fino a cinque-sei anni di età, infatti, per quanti sforzi facciamo noi genitori, “soffiarsi il naso” è un’impresa non tanto facile. Per questo motivo è fondamentale che siamo noi stessi e a provvedere ricorrendo al lavaggio nasale, anche se il bambino non è più un neonato.

Certo, a volte la cosa mette di malumore i nostri figli ma se consideriamo che liberare il naso dal muco protegge da raffreddori e infezioni delle vie aeree, capiamo quanto è importante riuscire a persuaderli. Il lavaggio nasale consiste infatti nell’introduzione di liquido all’interno del naso allo scopo di liberare le fosse nasali dal muco stagnante che lasciato ad accumularsi può diffondersi causando disturbi ben più antipatici che un semplice raffreddore.

Disabilità, troppe barriere e poco sostegno a scuola

Secondo il nono rapporto “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici“, presentato qualche giorno fa a Roma da Cittadinanzattiva, le scuole italiane sono ancora ben lungi dall’assicurare ai bambini disabili il diritto allo studio.

L’indagine ha riguardato 88 scuole in 12 regioni italiane ed ha messo in luce una realtà a dir poco sconfortante: tanto per cominciare, infatti, ha rilevato che solo l’11 per cento degli edifici scolastici nel nostro paese dispone di un ingresso privo di barriere architettoniche. Una banalità che invece quasi non esiste.

Tapis roulant, attenzione alla sicurezza dei bambini

Se avete una piccola palestra in casa, magari con il tapis rolulant, fate molta attenzione alla sicurezza dei vostri bambini. A lanciare l’allarme sono i chirurghi pediatrici dell’ospedale di Kansas City in uno studio pubblicato sul “Journal of Surgical Research“. Come afferma il coordinatore del lavoro Shawn Peter:

Le cifre parlano chiaro e non sono rassicuranti. Nel solo nostro reparto di Chirurgia infantile in cinque anni abbiamo visto e curato una ventina di lesioni dovute all’uso improprio del tappeto. Sembrano pochi, ma sono uno ogni 3 mesi

Gli incidenti domestici da tapis roulante vedono coinvolti soprattutto i bambini molto piccoli, l’età media dei feriti è di quattro anni e le mani sono le partidel corpo più colpite:

I denti dei bambini a rischio carie già a 4 anni

I denti dei bambini sono pieni di carie. È una dura realtà, ma la bocca dei piccoli è veramente sotto assedio. Succede, infatti, che quasi il 33% dei bimbi con meno di 4 anni abbiano problemi di questo genere. Il motivo? Troppi zuccheri, spesso contenuti nei cibi per bebè, una cattiva igiene orale e probabilmente un uso prolungato del biberon. Non è la prima volta che affrontiamo questa tematica, ma anno dopo anno diventa sempre più grave.

Yoga Gioco: danza, giochi e benessere per il proprio bambino

Lo yoga, come molti sanno, è un’attività che aiuta la conoscenza di sè e l’armonia, diciamo così tra spirito e corpo, mirando ad ottenere uno stato di salute che interessa in maniera organica l’intera persona, comprese le parti interne.

Per i suoi effetti positivi, esso si è molto diffuso in Italia e molte sono le iniziative organizzate in questo senso: corso Yoga Gioco Bambini è un laboratorio un pò speciale nato proprio in quest’ottica.

Scoliosi infantile: non esiste un’unica cura

Come per tutte le tipologie di scoliosi, l’efficacia della cura si basa su di una diagnosi tempestiva e sull’utilizzo di sistemi idonei a bloccarne il peggioramento. Esistono due tipi di cure: quelle chirurgiche e quelle non chirurgiche. – Cure non chirurgiche Le cure non chirurgiche consistono nell’applicazione di busti correttivi in proporzione alle dimensioni del bambino. Nei casi in cui ci sia una tendenza peggiorativa o di entità elevata, si ricorre all’esecuzione di gessi correttivi in narcosi.

Malattie neurologiche in pediatria, nasce la prima rete

Nasce in Italia la prima rete per le malattie neurologiche in pediatria. La prima in Europa. Il progetto, finanziato dal Ministero della salute, vedrà il coinvolgimento dei migliori centri di neuroradiologia pediatrica impeganti nella raccolta di informazioni e immagini cerebrali di bambini affetti da rare patologie di origine neurologica.

Lo scopo è quello di mettere a confronto queste immagini, ottenute mediante risonanza magnetica, con altre di coetanei sani nella speranza che questo possa aiutare a giungere a una diagnosi; diagnosi che nel 50 per cento dei casi non arriva mai o arriva tardivamente.