svezzamento

Alimenti per la prima infanzia, la sicurezza prima di tutto

La sicurezza degli alimenti destinati al bambino durante i primi mesi di vita e nel corso dello svezzamento è garantita dal Decreto legislativo n. 111 del 27/o1/92 e da una serie di Decreti Ministeriali emessi successivamente. Latte artificiale, creme ai cereali, semolino, pastina, omogeneizzati, liofilizzati, biscotti, devono quindi essere preparati, confezionati ed etichettati secondo precise norme il rispetto delle quali è costantemente monitorato dal Ministero della Salute che si assicura, allo stesso tempo, che gli stabilimenti produttivi posseggano i requisiti di igiene e sicurezza previsti dalla legge.

Come recita il succitato decreto, gli alimenti per bambini possono essere prodotti esclusivamente presso stabilimenti che abbiano ottenuto e, vedano confermata, l’autorizzazione ministeriale e la loro l’etichetta  dovrà obbligatoriamente  indicare, fra l’altro, l’elenco degli ingredienti, il termine minimo di conservazione, la quantità di proteine, grassi e carboidrati, le kilocalorie e i kilojoules apportati da 100 grammi o 100 ml di prodotto, lo stabilimento presso il quale sono stati prodotti e confezionati. Naturalmente, i prodotti alimentari destinati alla prima infanzia dovranno necessariamente essere immessi in commercio preconfezionati e imballati. 

Svezzamento: il pomodoro

pomodoro

Il pomodoro, come tutte le verdure, è un elemento davvero importante per una corretta alimentazione del bambino, poichè contiene numerose  sostanze indispensabili ad un sano sviluppo psico-fisico del bimbo. Il pomodoro, infatti, è ricco di acqua, vitamine, fibre e sali minerali. L’alto contenuto di acqua e i suoi nutrienti rendono il pomodoro un alimento poco calorico, leggero, dissetante e rimineralizzante. Le fibre presenti nel pomodoro, inoltre, regolarizzano la funzionalità intestinale e aiutano a combattere la stitichezza. Il pomodoro è perfetto per la preparazione delle pappe dei bambini poichè si sposa benissimo con alimenti come la pasta, il riso, e le patate di cui facilita la digestione. In linea di massima, il pediatra consiglia l’inserimento del pomodoro nello svezzamento del bambino non prima dei 10-12 mesi di età.

Svezzamento: l’olio d’oliva

olio d'oliva

Ricco di acidi grassi essenziali, vitamine e antiossidanti, l’olio di oliva è un elemento fondamentale per la corretta alimentazione del bambino. Durante lo svezzamento, infatti, il pediatra ne consiglia il consumo già nelle prime pappe: un filo d’olio d’oliva da aggiungere, ad esempio, all’omogeneizzato, al passato o al formaggio grattugiato è l’ideale per il corretto apporto nutrizionale del bimbo. Grazie alla sua leggerezza e alla sua digeribilità, l’olio d’oliva, soprattutto se è extravergine (ottenuto dalla prima spremitura delle olive e non raffinato) è un ottimo condimento per i bambini e un’importante fonte lipidica già a partire dal 5°-6° mese di vita. Favorisce nel bambino il corretto sviluppo dei tessuti corporei e dello scheletro, la mineralizzazione delle ossa e l’assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E,K ).

Svezzamento: i legumi

legumi

Freschi o secchi, i legumi sono fondamentali per la corretta alimentazione del bambino. Sono, infatti, un’importante fonte di energia e di proteine: i legumi secchi ne contengono una quantità pari o superiore a quella contenuta nella carne.  Le proteine presenti nei legumi apportano aminoacidi essenziali (come lisina, treonina, valina e triptofano), indispensabili per lo sviluppo del bambino. I legumi, inoltre, sono poveri di grassi e ricchi di fibre, potassio, fosforo, calcio, ferro e vitamine del gruppo B (B1, B2 e niacina). Grazie a queste importanti sostanze nutritive in essi contenuti, i legumi assumono un ruolo importante nel processo di svezzamento del bambino.

Aiutare il bambino a diventare più autonomo

bambino autonomo

Il compito di una mamma, ma anche quello di un papà, è aiutare il proprio cucciolo a diventare adulto. Si tratta di un percorso, quello verso “l’adultità”, che comincia sin dalla più tenera infanzia ed è fatto di moltissime piccole tappe la prima delle quali è rappresentata dallo svezzamento; è allora che il piccolo comincia a sperimentare nuovi gusti e, con il tempo, a fare i primi tentativi di portare il cibo da solo alla bocca.

E’ doveroso in questa situazione da parte della mamma lasciarlo fare, anche se questo significa che sporcherà tantissimo se stesso e il pavimento (solo quello nel migliore dei casi), mentre rimbrotti, lamentele o tentativi da parte nostra di dargli da mangiare noi stesse, anche se non lo desidera in quel momento, scoraggerebbero il bambino dal raggiungimento di un obiettivo fondamentale quale appunto quello di consumare i pasti in autonomia anche se la sua completa realizzazione avverrà solo dopo un po’ di tempo.

Cosa fare se il bambino rifiuta i cibi solidi

rifiuto cibi solidi

Il periodo dello svezzamento può risultare un po’ traumatico per i bambini; questi infatti se da un lato devono accettare il passaggio dalla morbidezza della tettarella, o del capezzolo, alla rigidità e freddezza del cucchiaino, dall’altro devono imparare a compiere dei movimenti diversi da quelli richiesti dall’ingestione del solo cibo liquido. In più, hanno sempre mangiato stretti tra le braccia della mamma, mentre lo svezzamento impone che consumino i loro pasti seduti sul seggiolone per non contare poi la novità rappresentata da gusti e consistenze fino a quel momento sconosciuti.

Come sanno molto bene le mamme che sono passate con successo attraverso questa esperienza, anche se all’inizio il bambino si mostra restio ad adattarsi al cambiamento, con il tempo, la pazienza e il giusto atteggiamento, finirà per adeguarsi e a trovare addiruttura divertente il momento della pappa. A volte però il rifiuto dei cibi solidi da parte del bambino fa la propria comparsa a svezzamento avviato, dopo cioè che è trascorso un po’ di tempo dall’introduzione della prima pappa.

Svezzamento del neonato: tutto sulla frutta

svezzamento-fruttaLa frutta durante lo svezzamento: perché è importante e a quale età iniziare?

In assoluto la frutta è il primo alimento che si introduce nell’alimentazione del neonato durante le prime fasi dello svezzamento anche perché grazie al suo sapore dolce piace molto ai piccoli e si presta bene a traghettarli nel loro viaggio tra una dieta solo liquida e qualla fatta invece di cibi semi solidi. La frutta di solito viene introdotta al quarto o quinto mese di vita del neonato, alcuni pediatri inseriscono prima la mela mentre altri, come la mia, suggeriscono la pera che ha meno  potere allergizzante.

Svezzamento del bambino: lo yogurt alimento fondamentale

svezzamento-yogurtPerché lo yogurt fa bene ai bambini durante lo svezzamento?

Lo yogurt è, nel periodo dello svezzamento, un alimento completo e ottimo per completare la piramide nutrizionale su cui si distribuiscono in percentuale i principali nutrienti necessari per la buona crescita di tuo figlio. Lo yogurt ha infatti le stesse proprietà nutritive del latte ma è molto più digeribile, persino da quasi tutti i casi di intolleranza al lattosio in cui perciò manca l’enzima della lattasi che permette all’intestino di digerire gli zuccheri del latte, questo perché il processo di fermentazione a cui viene sottoposto lo yogurt per trasformare il lattosio in acido lattico fa si che io pratica gli zuccheri sia come “predigeriti” dai probiotici. Lo yogurt contiene tutta una serie di batteri che svolgono un’azione positiva sull’attività intestinale, questi batteri meglio conosciuti come probiotici (lactobacillus, acidophilus etc) e prebiotici (stimolano la crescita e l’attività dei probiotici) favoriscono l’equilibrio della flora intestinale permettendo all’intestino di regolare naturalmente le proprie funzioni .  Dunque se il tuo piccolo è stitico durante lo svezzamento oppure se alterna stitichezza a diarrea puoi aiutarlo dandogli a merenda uno yogurt. Lo stesso discorso vale se sta facendo una cura antibiotica, lo yogurt lo aiuta a evitare che i medicinali facciano piazza pulita di tutta la flora batterica intestinale. Lo yogurt oltre ai fermenti buoni contiene tanti altri nutrienti fondamentali per la crescita come le proteine, la vitamina A, la vitamina D, la vitamina k e le vitamine del gruppo B, senza considera poi il supplemento di calcio e fosforo che da ai nostri piccoli per irrobustire le ossa e i dentini.

Piccola guida alla cottura dei cibi per i bambini

cottura-cibi-bambiniBuona domenica mamme, oggi ho pensato di parlare con voi dei vari tipi di cottura dei cibi quando prepariamo da mangiare ai nostri bambini. Cercheremo di capire quali sono i tipi migliori, quali vanno evitati e soprattutto se c’è un età particolare in cui iniziare a cuocere le pietanze in determinati modi. La cottura ci serve non solo a rendere più appetibile la pappa ma anche ad eliminare eventuali agenti infettivi presenti nel cibo che si eliminano con le alte temperature. Inoltre a seconda dei tipi di cottura, potremo esaltare le caratteristiche organolettiche (sapore, aroma, consistenza) dei cibi e migliorarne la digeribilità.

All’inizio dello svezzamento, il metodo migliore è sicuramente la cottura a vapore, in questo modo possiamo eliminare i grassi conservando integralmente le proteine, le vitamine e tutto ciò che c’è di positivo nei cibi. La cottira a vapore si può eseguire con una pentola speciale dotata di cestello oppure mettendo il pesce, la carne o leverdure tra due piatti messi sopra ad una pentola con acqua in ebollizione. Se poi volete farlo in modo più semplice potete acquistare il Cuocipappa Sanovapore della Chicco di cui abbiamo già parlato.

Svezzamento: quando introdurre l’uovo nell’alimentazione del bambino

dare uovo al bambino

Spesso l’uovo è accusato di essere un alimento nocivo per la salute: in realtà è nutriente, saziante e anche digeribile, basta saperlo cucinare bene, ed è prezioso anche nell’alimentazione del bambino, perché è ricco di proteine ad alto valore biologico, ovvero come quelle della carne, e contiene tutti gli aminoacidi essenziali.

Il tuorlo è un’ottima fonte di minerali, come ferro, calcio, fosforo e di vitamine del gruppo A, B e D; inoltre l’uovo è ricco di grassi insaturi, ovvero quelli “buoni” ed è, quindi, molto saziante. Attenzione, però alle quantità, in quanto l’uovo contiene anche molto colesterolo, e quindi è consigliabile offrirlo al bambino non più di una volta a settimana.

Quando dare il pesce al bambino

quando dare il pesce al bambino

Secondo consiglio del pediatra, il bambino può cominciare a mangiare il pesce nel periodo dello svezzamento sin dall’età di sette mesi. Il pesce è infatti senza dubbio un alimento di fondamentale importanza perchè ricco di acidi grassi , in particolare omega 3, in grado, fra l’altro, di regolare la pressione arteriosa, favorire lo sviluppo della retina e abbassare il colesterolo, proteggendo così il bambino, una volta divenuto adulto, dal rischio di sviluppare ipertensione e malattie vascolari. Il pesce inoltre è ricco di proteine, vitamine e sali minerali, quali fluoro, ferro, calcio e, soprattutto, iodio, indispensabile per il corretto funzionamento della tiroide e per lo sviluppo del sistema nervoso.

Tuttavia, nonostante gli omega-3 siano contenuti soprattutto nel pesce azzurro (tonno, sgombro, sardine, acciughe) è più opportuno introdurre il pesce nell’alimentazione del bambino cominciando con le qualità più magre e leggere come il merluzzo, la sogliola, il palombo, la platessa. Inoltre, il pesce va offerto al piccolo solo a svezzamento iniziato, dopo i primi pasti a base di carne, e liofilizzato od omogeneizzato; solo in un secondo momento potrà essere offerto sminuzzato e triturato.

Svezzamento: quando offrire i biscotti al bambino

svezzamento e biscotti

I biscotti per bambini sono un nutrimento sicuro per lo svezzamento dei piccoli perché sono digeribili, leggeri, dolci e non contengono uova. Prima dei 6 mesi devono essere privi di glutine, la proteina contenuta nei cereali che può provocare la celiachia nei bambini predisposti.

I biscotti per bambini contengono diverse sostanze nutritive, come le vitamine, soprattutto quelle del gruppo B che aiutano l’organismo a metabolizzare gli zuccheri, quelle del gruppo C, che rafforzano le  difese dell’organismo e quelle del gruppo PP importantissime per la crescita. Nei biscotti per l’infanzia sono presenti anche i sali minerali, soprattutto il calcio e il fosforo, essenziali per lo sviluppo di ossa e dentini, e le proteine, sia di origine animale che vegetale.

Nei biscotti per bambini non ci sono additivi, se si escludono gli agenti lievitanti della farina che servono a favorire la lievitazione e quindi ad accorciare i tempi di fabbricazione, ma non sono nocivi e comunque sono presenti in dosi molto basse. Molti biscotti, inoltre, sono preparati sono con materie provenienti da coltivazioni biologiche, come, ad esempio, cereali pregiati, e non usano i grassi idrogenati, che sono nocivi per la salute.

Alimentazione del bambino: quando dargli la prima pastina

prima pastina al bambino

Grazie ai carboidrati che contiene, la pasta deve essere la base della pappa del bambino, perché è  in grado di rappresentare la fonte primaria di energia dell’organismo; essa contiene anche una discreta quantità di proteine che però non possiedono tutti gli aminoacidi di cui il bambino ha bisogno e che quindi devono essere introdotti con altri alimenti, magari abbinando la pasta ai legumi.

All’inizio è opportuno offrire al bambino la pasta per l’infanzia, in quanto è prodotta con farina diastasata, cioè con l’amido scomposto in particelle più semplici per favorire la digestione al piccolo, pur mantenendo intatto il suo valore nutritivo; essa, inoltre, contiene anche sali minerali e vitamine del gruppo B.

Pur consigliandosi con il pediatra, si può iniziare a dare la pasta al bambino già dai 4 mesi, nella versione senza glutine fino ai 6 o 12 mesi. A 4 mesi si può offrire con quella dal formato piccolo, in modo da essere più digeribile, come il tipo “tempestina” o le “perline”, e da cuocere nel brodo vegetale per farla diventare più saporita. Intorno ai 10 mesi , quando saranno già comparsi i primi dentini, si può dare al bambino la pasta di grano tenero nel formato più grande come i semini, le stelline e gli anellini, magari con l’aggiunta di legumi decorticati. Dopo i 12 mesi può essere proposta la pasta di grano duro, come le pennette, tagliandola in piccoli pezzi.

I seggioloni Chicco

SEggiolone Chicco

Il vostro bimbo sta crescendo ed ha bisogno del seggiolone. In commercio ne esistono tantissimi per tutte le tasche e per tutti i gusti; in questo articolo voglio parlarvi di un’azienda che tutti conosciamo specializzati nella vendita di prodotti per bambini, Chicco.

Cominciamo dal seggiolone chiamato “Chicco 360”, un prodotto molto innovativo e che permette di essere posizionato sul tavolo in diverse posizioni. Le diverse sedute sono state create per seguire il bambino nella sua crescita.

Troviamo infatti:

– la posizione “svezzamento” perfetta per la mamma che deve imboccare il piccolo
– la posizione “a tavola con i grandi”: indicata per i bambini un po’ più grandi. Il seggiolino è rivolto verso il tavolo e permette al bambino una maggiore interazione con quanti si trovano seduti intorno alla tavola
– la posizione “guardo il mondo”: grazie al movimento girevole si più muovere il seggiolone verso quello che desidera osservare