prolattina

Iperprolattinemia, le cure

Come abbiamo visto appena ieri,  con il termine iperprolattinemia si indica un aumento persistente nel tempo dei livelli di prolattina nel sangue non legato alle modificazioni periodiche cui questo ormone è soggetto fisiologicamente . L’iperprolattinemia patologica è idiopatica (ha ciò cause sconosciute ed è di modesta entità) nel 30 per cento dei casi; più di frequente invece essa è causata dalla presenza di un adenoma ipofisario prolattino secernente o prolattinoma ma può anche essere dovuta all’assunzione di particolari farmaci (antinausea, antipsicotici, oppiacei, estrogeni, androgeni ecc.) o presentarsi associata a condizioni quali policistosi ovarica e ipotiroidismo. La cura dell’iperprolattinemia dipende proprio dalle cause che l’hanno originata.

Iperprolattinemia, come si cura

Se i livelli di prolattina elevati sono dovuti alla presenza di un prolattinoma (ovviamente sarà il medico a stabilirlo fatti gli opportuni accertamenti strumentali) la terapia potrà essere di tipo farmacologico o chirurgico. Negli altri casi (iperprolattinemia funzionale) invece la terapia sarà farmacologica.

Iperprolattinemia, i sintomi e le cause

Come abbiamo già avuto occasione di vedere, la prolattina è un ormone secreto dall’ipofisi che regola la maturazione della ghiandola mammaria durante la gravidanza e l’allattamento stimolando la produzione di latte da parte degli acini ghiandolari della mammella. La concentrazione di prolattina nel sangue non si mantiene stabile nel tempo: aumenta infatti durante il sonno e poco prima, o subito dopo, l’ovulazione e, naturalmente, elevati livelli di prolattina si riscontrano anche durante la gravidanza e l’allattamento al seno. A volte però a fare aumentare la prolattinemia non sono eventi fisiologici come quelli appena descritti e quando i livelli di prolattina si mantengono stabilmente elevati nel tempo si parla di iperprolattinemia patologica.

Iperprolattinemia, sintomi e cause

Nelle donne questa condizione può dare luogo a sintomi quali alterazioni del ciclo mestruale, (nei casi più gravi si può avere amenorrea), calo del desiderio sessuale, galattorrea (secrezione di piccole quantità di latte o liquido sieroso dai capezzoli), mal di testa. L’iperprolattinemia patologica è piuttosto frequente: nel 30 per cento dei casi si tratta di aumenti del livello di prolattina piuttosto modesti le cui cause restano sconosciute (si parla in questo caso di iperprolattinemia idiopatica), più di frequente invece questa è causata dalla presenza di un adenoma ipofisario prolattino secernente, o prolattinoma.

La prolattina

La prolattina è un ormone secreto dall’ipofisi, una ghiandola situata alla base del cervello; esso regola la maturazione della ghiandola mammaria in tre momenti della vita della donna: la pubertà, la gravidanza e l’allattamento. Mentre durante la fase puberale concorre, insieme agli estrogeni, allo sviluppo del seno, in gravidanza e allattamento la prolattina, svolge il fondamentale ruolo di stimolare la produzione di latte da parte degli acini ghiandolari della mammella.

Più precisamente, se è vero che i livelli di prolattina aumentano durante la gravidanza, è solo dopo il parto che essa induce la produzione di latte materno ed è la stessa suzione della mammella materna da parte del bambino a far aumentare la secrezione di prolattina e di conseguenza la lattogenesi. Durante questa fase il ciclo mestruale risulta soppresso, dando luogo a quel fenomeno noto come amenorrea lattazionale; la prolattina indurrebbe quindi uno sorta di infertilità temporanea inibendo la secrezione del GnRH, come dimostrato da alcuni studi.

Allattamento, una ricerca da il suo ok ai farmaci che stimolano la prolattina

Buongiorno mamme, l’allattamento è un argomento davvero “scottante” poiché solleva tante domande e perché spesso divide le mamme in opposte fazioni, personalmente credo che ogni mamma sia in grado e abbia il diritto di scegliere come, quando e perché allattare il proprio figlio senza doversi giustificare con nessuno, sia che essa allatti 12 volte al dì oppure non lo faccia affatto e scelta il biberon.

Oggi ho trovato una notizia che potrà aiutare molte mamme che desiderano allattare al seno i propri figli ma che magari hanno subito uno stop dovuto a moltiplici cause come ad esempio un parto pretermine, una malattia della madre e del bambino, la necessità per un periodo di allattare tramite il tiralatte e così via.

La perdita di capelli dopo il parto

alopecia

In gravidanza, la salute e la bellezza dei capelli della futura mamma sono invidiabili. Durante i nove mesi di gestazione, infatti, il nuovo assetto ormonale determina un prolungamento della fase di crescita del capello e un rallentamento della fase di caduta. I capelli appaiano folti, resistenti e brillanti. Subito dopo la nascita del bambino, invece, la neomamma può notare una perdita di capelli a volte anche consistente. Questo perchè dopo il parto, i livelli ormonali si modificano ancora una volta e i bulbi piliferi, che contengono le radici dei capelli, non sono più stimolati dagli estrogeni e dal progesterone e entrano in una fase di riposo, determinando la caduta dei capelli.

Gli ormoni della gravidanza

ormoni della gravidanza

Durante la gravidanza gli ormoni sono molto importanti perché preparano il corpo della donna alla gestazione stessa e al parto, e hanno una funzione fondamentale anche a livello emotivo perché, grazie ad un processo di adattamento, la preparano psicologicamente.

Gli ormoni principali che agiscono durante la gravidanza sono il progesterone, la gonadotropina corionica umana (beta HCG), la prolattina e gli estrogeni. Il progesterone assicura il normale svolgimento della gestazione e stimola la funzione mammaria, ma per contro aumenta la temperatura corporea e può provocare la stitichezza; la gonadotropina corionica umana è l’ormone della gravidanza per eccellenza perché si presenta solo in questa condizione, ed è fondamentale nella prima fase; il beta HCG agisce sullo sviluppo della placenta e delle pareti dell’utero e sostiene la crescita dell’uovo fecondato.