ministero della salute

Denti bambini, prevenire le carie

Per i parametri di crescita del neonato è stata realizzata una carta tricolore, ma non è l’unico documento per verificare che il bambino compia tutte le tappe dello sviluppo. All’interno delle «Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie dalla nascita all’adolescenza»,  elaborate nel 2009, per esempio, c’è tutta una parte dedicata ai denti. Già, perché nonostante le cure ortodontiche siano sempre più diffuse, molti genitori non hanno idea di come curare la bocca del bimbo. Per esempio: cosa significa sigillatura? Cosa fare per evitare che il bambino soffra di carie? Ecco tutte queste indicazioni sono contenute nelle linee.

A un anno dall’elaborazione di questo documento si fanno i primi bilanci e si scopre che molti genitori non ne conoscono neanche l’esistenza.  Lo scopo delle Linea guida è quello di permettere ai nostri piccoli di raggiungere gli obiettivi indicati dall’Oms:  il 90% dei bambini di età compresa tra i 5 e i 6 anni, entro il 2010, non dovrebbe avere carie e a 18 anni non dovrebbe esserci alcuna perdita di denti dovuta a carie o a malattia parodontale. Come? Il trattamento, chiamato anche sigillatura, prevede che i denti molari vengano spennellati con una resina atossica (dai 6 anni in su) che evita l’attacco della carie.

Si può dare il miele ai bambini?

miele e botulismo infantile

Secondo alcuni studi il miele non è un alimento adatto ai bambini sotto l’anno di età dal momento che esisterebbe una correlazione tra botulismo infantile e assunzione di miele. Lo stesso Ministero della Salute d’altra parte sconsiglia, proprio per questo motivo, di introdurlo nella dieta dei piccoli addirittura fino al compimento dei due anni.

Il botulismo infantile è un’intossicazione molto grave che interessa appunto i bambini fino a 12 mesi di età e alla quale viene attribuita parte dei casi di morte improvvisa in culla (SIDS). E’ una forma di botulismo diversa da quella degli adulti poichè a causarla non è l’assorbimento della tossina botulinica preformata,  ma l’ingestione del bacillo sporigeno che successivamente libera la tossina in seguito alla colonizzazione del tratto intestinale.

Il latte della mamma non si scorda mai: la campagna per l’allattamento al seno del Ministero della Salute

campagna allattamento al seno

Promuovere l’importanza dell’allattamento al seno è l’obiettivo della nuova campagna pubblicitaria del Ministero della Salute dal titolo “Il latte della mamma non si scorda mai”. La campagna è rivolta soprattutto alle neo mamme del sud Italia, e in particolare a quelle che abitano in Campania e in Sicilia, per sensibilizzarle sui benefici dell’allattamento al seno, sia per la salute del bambino dal punto di vista nutritivo che da quello psicologico.

La campagna per la sensibilizzazione dell’allattamento al seno è mirata per le mamme del sud Italia, in quanto da alcuni dati Istat è emerso un tasso di allattamento piuttosto basso in queste regioni.

La campagna il “Il latte della mamma non si scorda mai” è un progetto itinerante che coinvolge sia le associazioni che le strutture sanitarie locali, e che si svolgerà per mezzo di un camper con l’immagine e i messaggi della campagna che farà tappa nelle principali piazze distribuendo materiale informativo e promovendo convegni, mostre e consulenze di esperti sull’argomento.

L’alimentazione del bambino

neonato che mangiaPartiamo dal presupposto che ogni bambino ha tempi diversi ed è fondamentale rispettarli. In linea generale l’inizio dello svezzamento può variare dai 4 ai 6 mesi. Ascoltate sempre il parere del pediatra che potrà dirvi dopo avere visitato il bambino qual è il momento migliore per iniziare a somministrare a vostro figlio i primi cibi solidi.

Secondo le direttive del Ministero della Salute:

Lo svezzamento può iniziare dal 6° mese di vita compiuto del bambino, quando è ormai sicuramente pronto da ogni punto di vista: psichico, motorio, digestivo. Potrà allora accettare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi.

Febbre suina e gravidanza: attenzione al vaccino

vaccinoPochi giorni fa il Ministero della Salute ha stilato una guida con domande e risposte che riguardano l’influenza suina (o H1N1). Come ben sappiamo inoltre esistono alcune categorie di persone che presentano maggiori rischi di complicanze se contraggono l’influenza A (H1N1) e sono:

– i bambini di età inferiore ai 5 anni
– le donne in gravidanza
– le persone di ogni età con patologie croniche quali diabete, asma, immunodepressione, malattie polmonari e cardiovascolari croniche.