cervello dei neonati

Il cervello dei neonati si sviluppa velocemente: nei primi tre mesi è metà di quello di un adulto

bambino

Diventare grandi in un attimo. Lo sperano tanto i bambini, mentre i genitori vorrebbero fermare il tempo. Chi ha figli piccoli si sarà reso conto che ogni giornata è un momento di formazione e di crescita. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Jama Neurology dell’università di San Diego, il cervello dei bambini cresce rapidamente già dal primo giorno di vita, arrivando a più di metà delle dimensioni di quello adulto entro 90 giorni.

sindrome bambino scosso

La sindrome del bambino scosso

sindrome bambino scosso

La sindrome del bambino scosso, nota anche come shaken baby syndrome, indica una serie di segni evidenti, presenti nei bambini molto piccoli, solitamente di età inferiore ad un anno, dovuti ad un maltrattamento fisico. Come è facile dedurre dal nome, si tratta di ferite e traumi riportati dopo il loro scuotimento violento. Il bambino infatti, scosso ripetutamente e con forza dal genitore o da altro soggetto, mentre viene tenuto per le braccia o per il busto, viene sottoposto ad una rotazione continuata della testa e degli arti inferiori e superiori. Ciò comporta una serie di conseguenze più o meno gravi: dai semplici ematomi riportati sul corpo fino a gravi danni neurologici che possono variare dal coma fino alla morte.

Gravidanza e allattamento al seno, più a lungo durano più intelligente è il bambino

Allattare a lungo il neonato lo rende più intelligente…così come tenerselo più a lungo nel pancione! Secondo uno studio condotto presso la statunitense Durham University (North Carolina) infatti la crescita del cervello del feto prima, del bambino poi, dipende dalla durata della gravidanza (entro il termine dei nove mesi ovviamente) e dell’allattamento al seno.

Lo studio, che ha preso in esame 128 specie di mammiferi, esseri umani inclusi, oltre a validare il suggerimento dell’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) per cui l’allattamento materno dovrebbe protrarsi fino ai due anni di età, conferma la tesi secondo la quale la maggiore durata dell’allattamento al seno negli esseri umani è dovuta alla necessità di supportare la crescita di un cervello più voluminoso rispetto agli altri mammiferi.

Bambina di sei mesi reagisce bene alla cura con le staminali

Una bimba di sei mesi, affetta da atrofia muscolare spinale, ha risposto in modo positivo a una terapia con le cellule staminali. La vicenda si è svolta all’Ospedale Burlo Garofalo di Trieste e rappresenta il primo caso di terapia con staminali intratecali in Italia e il primo sull’atrofia muscolare il Europa.

L’atrofia muscolare spinale (SMA1) è una malattia neurodegenerativa ereditaria che colpisce un bambino ogni 10mila nati nel mondo. Causa la morte delle cellule del midollo spinale impedendo in tal modo che gli “ordini del cervello” giungano ai muscoli attraverso i nervi periferici.

Per questo motivo i piccoli giungono progressivamente alla paralisi completa, all’impossibilità di deglutire e alla morte a cusa del blocco dei muscoli respiratori. L’aspettativa di vita di questi bimbi è molto bassa, il nutrimento artificiale e la respirazione assisistita sono inevitabili già dopo pochi mesi di vita.

Neonati, già nei primi mesi hanno dimestichezza con i numeri

neonati

Nei primi mesi di vita i neonati non sono ancora in grado di formulare della parole di senso compiuto ma hanno già una discreta confidenza con i numeri. A sostenerlo è uno studio della Emory University, negli Stati Uniti, che ha dimostrato come i neonati abbiano già sviluppati i concetti di spazio, tempo e quantità. Secondo i ricercatori americani, guidati dalla psicologa Stella Lourenco, i bambini già a nove mesi possiedono una sorta di metro nella loro mente con il quale misurano il mondo che li circonda.

I neonati apprendono nel sonno

sonno-neonatiL’affascinante mondo dei neonati non smette mai di stupirci, capire il loro mondo è qualcosa di magico e misterioso, è di questi giorni una notizia che riguarda i processi di apprendimento dei piccolissimi. Quello che è stato studiato dai ricercatori dell’università della Florida è un dato molto interessante, sembra infatti che il cervello dei neonati sia talmente attivo e propenso ad apprendere che lavori anche quando i bambini dormono.