L’infezione da streptococco

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gravidanza

Sebbene lo streptococco (termine completo streptococco beta-emolitico di gruppo B o Streptococcus agalactiae) non sia un batterio pericoloso né per la salute della futura mamma né per l’andamento generale della gravidanza bisogna ricordare che se presente al momento della nascita può essere trasmesso al feto causando setticemia. Ricordo anche che si tratta di un batterio che almeno all’apparenza non mostra alcun sintomo.

L’eventuale presenza dell’infezione può essere diagnosticata con un tampone vagino-rettale che la mamma può eseguire tra la 35° e la 37° di gestazione; un prelievo indolore e non invasivo.
Lo streptococco di gruppo B è la prima causa di infezione batterica da mamma a bambino e come detto può causare setticemia; non solo. Nel 10% dei casi può portare alla morte del piccolo e nel 5%-10% può causare meningite.

Non si tratta di un esame di routine ma viene comunque sia prescritto da quasi tutti i ginecologi ed anche gli ospedali, al momento del ricovero lo richiedono.

I Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, che rappresentano uno dei massimi organismi a livello internazionale dediti proprio alla prevenzione delle malattie hanno stabilito delle linee guida anche per quanto riguarda l’infezione neonatale da streptococco di tipo B e queste indicazioni, come ricorda Lorenza Pugni neonatologa presso la Clinica Mangiagalli di Milano, vengono seguite da quasi tutti i paesi occidentali.

Se il tampone vagino-rettale risulta positivo la donna viene sottoposta auna profilassi antibiotica. A partire dall’inizio del travaglio viene somministrata penicillina, o più frequentemente ampicillina per via endovenosa, con una dose d’attacco seguita da altre dosi a distanza di 4 ore l’una dall’altra fino alla nascita. La profilassi si considera già adeguata se viene iniettata la prima dose e trascorrono almeno 4 ore dal momento della somministrazione al parto, perché è questo il tempo necessario perchè nel liquido amniotico si concentri una quantità di farmaco sufficiente e il bambino possa considerarsi protetto

La profilassi viene effettuta, sempre tenendo conto delle linee guida del Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta se sussistono determinate condizioni come ad esempio nel caso in cui il parto sia pretermine, se compare febbre materna durante il travaglio, se durante la garvidanza la mamma ha avuto un’infezione delle vie urinarie causata da streptococco B.

Se la mamma scopre di avere lo streptococco non c’è bisogno che segua alcuna terapia particolare.

Fonte: Dolce Attesa

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