Il sonno del neonato, parte seconda: il metodo Hogg

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bambino che dorme Tracy Hoggs

Insegnare al bambino ad addormentarsi da solo e a dormire tutta la notte: un sogno per molte mamme e un argomento piuttosto spinoso, che non manca mai di suscitare polemiche tra opposte fazioni.

In proposito, abbiamo già descritto uno dei metodi più discussi e diffusi: quello di Eduard Estivill. Oggi parliamo invece del metodo suggerito da Tracy Hogg nel libro “Il linguaggio segreto dei neonati”, nel capitolo dedicato appunto al sonno.

Per semplificare, potremmo dire che questo metodo è un po’ una via di mezzo tra il “nazismo” di Estivill e l’indulgenza del cosleeping

Secondo Tracy Hogg, infatti, il bambino ha tutto il diritto di essere coccolato, rassicurato e tranquillizzato, ma anche i genitori hanno il diritto di avere un tempo e uno spazio (il loro letto) adeguato per riposare. Queste le sue parole:

I bambini hanno bisogno di imparare ad addormentarsi da soli; hanno bisogno di sentirsi tranquilli e al sicuro nella propria culla. D’altro canto, hanno anche bisogno del nostro conforto quando sono in difficoltà.
[…] Allo stesso tempo i genitori hanno diritto di avere un riposo adeguato, dei momenti per se stessi e per gli altri, e una vita che non sia dedicata sempre e solo al bambino.

Nel metodo Hogg gioca un ruolo centrale l’intesa e la comprensione tra mamma e bambino: bisogna infatti innanzitutto cogliere i segnali del sonno del proprio piccolo (in genere, sono sempre gli stessi: sbadigliare, stropicciarsi gli occhi, inarcare la schiena) prima di arrivare al punto di non ritorno in cui il bimbo è troppo stanco e nervoso, e quindi faticherà ad addormentarsi.

Una volta individuato il momento giusto, si prende in braccio il bambino, lo si coccola un po’ e poi lo si mette nel lettino. Attenzione, importantissimo: il bambino va messo giù prima che si sia addormentato. Egli deve essere consapevole che si sta addormentando nel suo letto, non in braccio, perché così, nel caso si svegli durante la notte, non si troverà disorientato (“che ci faccio qui?”), bensì nella stessa identica situazione nella quale ha preso sonno.

Molto probabilmente, il bambino piangerà: cosa fare allora? Potete rassicurare il vostro bambino, prenderlo in braccio, cullarlo, sussurrargli parole dolci, ma poi dovrete rimetterlo a letto, sempre prima che si sia addormentato. Se il bambino piange ancora potete tirarlo su, consolarlo, e rimetterlo giù, e così ancora e ancora, anche 100 volte di seguito, anche tutta la notte. Finchè il bambino non si sarà addormentato. Secondo Tracy Hogg, in pochi giorni le “chiamate notturne” del neonato diminuiranno, perché avrà imparato a riaddormentarsi  da solo.

Il metodo non è certo di facile applicazione, specie se la mattina dopo bisogna alzarsi presto per andare a lavorare, e non è detto che vada bene per tutti i bambini: alcuni possono essere irritati da questo continuo essere presi in braccio e rimessi giù, ma l’approccio della Hogg ha il merito di essere piuttosto flessibile, e di tenere comunque presente le esigenze di rassicurazione del bambino. Sicuramente, prima si comincia e meglio è: è molto più facile applicare questo metodo con i neonati piuttosto che con bambini più grandi.

Infine, una mia annotazione personale: che scegliate di seguire Estivill o la Hogg, ricordatevi che ogni metodo andrebbe preso piuttosto come una serie di linee guida, che ogni mamma potrà poi adattare al proprio bambino o, meglio, alla coppia mamma-bambino: ciò che va bene per un neonato, potrebbe non andar bene per l’altro, l’importante è vivere con serenità e senza sensi di colpa i tentativi che si faranno per raggiungere il proprio obiettivo: una sana, riposante, ininterrotta notte di sonno.

2 commenti su “Il sonno del neonato, parte seconda: il metodo Hogg”

  1. Il mio piccolo adesso che ha 4 mesi inizia a fare i capricci per dormire, sarà il caldo. Il mio metodo è molto simile a questo, smetto di prenderlo quando IO non ce la faccio più! Effettivamente dopo un po’ si calma da solo, il problema credo sia nel fatto che noi abbiamo sonno e lui no!

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