Tubercolosi: i controlli anche al Bambino Gesù e al Spallanzani

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Precisiamo subito: non c’è una vera e propria emergenza sanitaria a seguito dell’infermiera del Policlinico Gemelli di Roma che si è ammalata di tubercolosi e, a quanto sembra dai primi accertamenti, non è ancora stato stabilito un’eventuale collegamento con la bambina di cinque mesi affetta dalla stessa patologia. Ad affermarlo è Filippo Berloco, della direzione sanitaria del Gemelli:

In questo momento nessuno può affermare con certezza che ci sia una relazione tra la bimba ricoverata al Bambino Gesù di Roma e il caso dell’infermiera del Policlinico Gemelli. Anzi, piuttosto alcuni elementi potrebbero far pensare che non ci sia una relazione. Proprio perché parliamo di un caso ‘vecchio’, cioè di una bambina nata il 22 marzo, pensiamo che potrebbe essere troppo presto perché in quel momento l’infermiera fosse contagiosa. La decisione concordata con la Asl è stata comunque quella di chiamare tutti i bambini nati dal primo marzo a luglio, cioè quando la persona non ha più lavorato.

A scopo precauzionale saranno controllati 1000, forse 1250 bambini nati in quel periodo e come assicura Alberto Villani, rimario del reparto di pediatria 2 dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, il nosocomio di Piazza Sant’Onofrio è pronta a fare la sua parte:

I circa mille bambini che potrebbero essere entrati in contatto con la donna saranno assegnati a Gemelli, Spallanzani e Bambino Gesù tenendo in considerazione le esigenze logistiche delle famiglie. Anche noi, quindi, faremo la nostra parte. Effettueremo un test diagnostico per verificare se c’e’ stato o meno il contatto e in base al risultato decideremo se procedere a ulteriori accertamenti. Abbiamo allargato la fascia di bambini da sottoporre a controllo a quelli che si trovavano in ospedale dal mese di marzo per stare piu’ tranquilli sul rischio contagio. Grazie al fatto che ci si e’ accorti in tempo della situazione, comunque i rischi sono ridotti al minimo. Il problema si sarebbe verificato se non ce ne fossimo accorti in tempo.

Così come farà la sua parte l’Istituto Nazione per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di via Portuense. Il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, intervistato da Adnkronos Salute ha dichiarato:

Oggi la tubercolosi è una malattia controllabilissima, non a rischio di vita. Abbiamo avuto altri casi simili, che ci hanno indicato un rischio minimo. Oggi, inoltre, esistono sistemi di monitoraggio che consentono di individuare in maniera precoce i bambini esposti che hanno sviluppato una risposta all’infezione. E anche in questo caso non vuol dire che siano malati. È necessario però seguire i bambini per almeno sei mesi.

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