Sindrome della morte in culla, la prevenzione può salvare molte vite

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La sindrome della morte improvvisa in culla, nota anche con l’acronimo SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) è la prima causa di morte tra i neonati durante il primo mese di vita ma resta un rischio per i piccoli fino al primo anno di vita. La sindrome della morte in culla in realtà non è neppure una malattia ma una tragica fatlità, chiamata in causa quando il decesso improvviso del bambino non può essere spiegato in alcun modo.

Si stima che in Italia colpisca un neonato su mille ma le statistiche sembrano volgere al meglio con una netta diminuzione dei casi soprattutto laddove gli esperti si sono adoperati per fare prevenzione presso le future mamme e futuri papà e persino nelle scuole già a partire dalla materna. Un semplice opuscolo informativo preparato da pediatri, neonatologi ed ostetriche, afferma Ada Macchiarini dell’asssociazione Semi per Sids, ha fatto la differenza nelle aree in cui è stato distribuito e potrebbe incidere notevolmente sulla media nazionale se fosse distribuito in tutto il Paese.

Questo è quanto emerso dal terzo congresso nazionale Una culla per la vita, tenutosi nei giorni scorsi a Varese, che ha visto riuniti per l’occasione addetti ai lavori e associazioni di familiari. Prevenzione dicevamo. Perchè anche se le cause della Sids non sono chiare la ricerca è riuscita comunque ad individuare alcuni fattori predisponenti che in presenza di determinate variabili ambientali possono portare al decesso improvviso del bambino.

Pare vi sia in questi piccoli sfortunati un’anomalia nel sistema di regolazione di ritmi cardiaci e respiratori che in caso di esposizione al fumo passivo, infezioni respiratorie e in presenza di abitudini errate, come quella di far dormire il bambino in posizione prona possono innescare un meccanismo fatale. Altri studi attualmente in corso sono alla ricerca di una predisposizione genetica.

Più in generale, il bambino dovrebbe sempre dormire sdraiato sulla schiena e solo dentro la propria culla.

[Fonte]

Photo credit | Think Stock

2 commenti su “Sindrome della morte in culla, la prevenzione può salvare molte vite”

  1. Io ho un bambino di 10 mesi, fin da quando siamo tornati a casa dall’ospedale, non ne voleva sapere di dormire supino, e malgrado tutti ci dicessero di non farlo, abbiamo iniziato a farlo dormire a pancia in giù… Ha trovato la sua posizione ideale e tutt’ora se non è messo così non prende sonno…

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