Niente TV prima dei tre anni, a rischio la salute dei nostri figli

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Bambini e televisione: un rapporto controverso, di fronte al quale spesso noi genitori ci troviamo spiazzati. Se da un lato ci sentiamo ripetere da più parti che l’abuso della televisione è deleterio per i bambini, specie se molto piccoli, dall’altro questa sorta di “baby sitter” tecnologica è in grado di regalarci, quando va bene, qualche minuto di respiro durante la giornata, intrattenendo i pargoli al posto nostro.

Un recente studio torna però a lanciare l’allarme in questo senso: pare infatti che la televisione, se utilizzata per più di due ore al giorno da bambini e adolescenti, possa portare problemi alla salute anche seri: obesità, prima fra tutte, e di conseguenza problemi di cuore. Più in generale, pare che un eccessivo uso della tv possa limitare lo sviluppo fisico e mentale dei ragazzi.

Questa è la conclusione, pubblicata sul British Medical Journal, alla quale sono arrivati i ricercatori del Royal College of Pediatrics and Child Health, guidati dallo psicologo Aric Sigman. Addirittura, in questo studio si sostiene che sotto i tre anni la televisione andrebbe tassativamente vietata.

È il momento critico per la crescita del cervello e in quella fase i piccoli dovrebbero avere il contatto visivo con mamma e papà. È su di loro che dovrebbero puntare lo sguardo, non su uno schermo.

Se pensiamo che i teenagers inglesi trascorrono davanti alla tv in media sei ore al giorno, mentre nel Nord America si arriva addirittura ad otto ore, l’allarme sembra abbastanza motivato.

E tuttavia, questa ricerca non ha mancato di suscitare delle polemiche tra i talebani dell’anti-televisione e quelli che mantengono posizioni più caute e possibiliste.

E voi mamme, che uso fate della tv con i vostri bambini? Hanno il televisore nella loro cameretta, quanto tempo trascorrono guardandola? Sareste favorevoli ad eliminarla totalmente, specie per i piccolissimi, o ritenete che, se usata con moderazione e limitatamente a determinati programmi, possa avere anche una valenza educativa, oltre che di intrattenimento?

Fonte: La Stampa

[Photo Credits | Thinkstock]

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