L’igiene: come insegnarla al bambino

igiene bambino

E’ importante insegnare al bambino ad avere cura di se stesso; questo vuol dire anche spiegargli ed insegnargli cosa si intende per corretta igiene.

Una doverosa premessa: l’igiene non deve assolutamente diventare un qualcosa di ossessivo. I bambini devono capire che si tratta di semplici quanto fondamentali gesti importanti per il loro futuro. Potete aiutarvi anche con dvd di cartoni animati se il vostro piccolo dovesse mostrarsi particolarmente reticente.

I vantaggi di portare il bambino nella fascia

fascia neonati

Una delle domande più frequenti che si fanno le neomamme è se è più comodo portare in giro il proprio bambino con il marsupio oppure con la fascia. Oggi analizzeremo tutti i vantaggi della fascia che, a detta di molte mamme, è decisamente più comoda del marsupio, e che è possibile trovare in diverse misure e realizzata in stoffe diverse.

Nella fascia i neonati si sentono in un ambiente molto simile a quello della pancia della mamma, e questo li aiuta a superare lo shock di trovarsi in un ambiente nuovo; inoltre, i bambini che vengono portati nella fascia sono più tranquilli e rilassati e piangono di meno, sia quando vi sono dentro, sia quando sono nella culla. Secondo alcune ricerche, usare la fascia aiuta a diminuire le coliche del neonato, in quanto il contato con la mamma risolverebbe il disturbo senza bisogno di farmaci.

Sviluppo del linguaggio, quando mamma e papà parlano due lingue diverse

bambini bilingue

Cosa accade quando un bambino cresce bilingue? In altre parole, come procede lo sviluppo del linguaggio quando mamma e papà parlano due lingue diverse tra loro o la stessa lingua ma differente da quella della gran parte della popolazione? Anzitutto chiariamo quello che oggi appare come un dato di fatto inconfutabile: dover imparare a parlare due lingue per un bambino non è assolutamente un ostacolo, anzi è un’opportunità imperdibile del quale il piccolo finirà presto per andare fiero.

In particolare, quando mamma e papà sono di due nazionalità differenti il bambino potrà apprendere agevolmente la lingua di entrambi solo se questi gli parleranno disinvoltamente nella propria lingua madre anche in presenza di altri. Naturalmente questo comporterà qualche piccolo cambiamento nello sviluppo del linguaggio di questi bambini: probabilmente all’inizio faranno un po’ di confusione e impareranno a parlare fluentemente più tardi rispetto ai coetanei; è infatti verso i quattro anni, a detta degli esperti, che le due lingue cominciano in qualche modo a “coesistere” chiaramente nella mente del bambino e ad essere usate in maniera appropriata con le persone e nei contesti giusti.

Come spiegare il Natale ai bambini

 

spiegare il Natale ai bambini

Nel Natale i bambini svolgono un ruolo molto importante, e non per i regali e le feste, ma soprattutto perché la tradizione religiosa mette al centro del mondo un bambino, ovvero Gesù, che nasce per salvare il mondo; non solo nella religione cristiana i bambini sono importanti: ad esempio nel Buddismo il Dalai Lama si reincarna proprio in un bambino.

Spiegare ai più piccoli il vero significato del Natale e la storia di Maria, Giuseppe e di Gesù Bambino che nasce in una grotta non è semplice, ma si può attualizzarla dicendo che ancora adesso ci sono famiglie molto povere che sono costrette a fuggire con i loro figli e a lasciare la loro terra spesso piena di miseria, guerra e povertà.

Al di là del significato religioso, che nel Natale dovrebbe rimanere quello primario, nella nostra cultura le festività natalizie e dell’Epifania sono legate alle figure di Babbo Natale e della Befana, due personaggi nei quali i bambini ripongono grandi aspettative: scrivono loro delle lettere e sperano di ricevere i regali richiesti.

I bambini possono mangiare i dolci natalizi?

bambini e dolci natale

Mancano solo quattro giorni a Natale e ormai i preparativi per pranzi e cenoni imperversano, ma non bisogna dimenticare che i piatti elaborati che vengono portati in tavola in questi giorni sono molto pesanti per i bambini, e che per questo bisogna prestare molta attenzione a quello che gli verrà offerto, soprattutto per quanto riguarda i dolci natalizi.

Secondo i pediatri, prima dei 12 mesi è sconsigliato offrire cibi e bevande zuccherate ai bambini, quindi per festeggiare date loro, come dessert, frutta e yogurt al posto di torte e biscottini molto dolci; i genitori possono invogliare il piccolo a mangiare la frutta fresca portando in tavola un cestino colorato con mele, pere e altri prodotti.

Sempre secondo i medici, per proporre le uova, e gli alimenti che le contengono sarebbe opportuno aspettare i 12 mesi; se il bambino ha superato quest’età e vedete che ne è attratto, potrete offrirgli un pezzettino di panettone che è meno elaborato del pandoro, oppure un pasticcino alla frutta molto semplice. Evitate la frutta secca prima dei 18 mesi perché può scatenare allergie nei piccoli più predisposti.

Biscotti di Natale: gli omini di pan di zenzero

omini di pan di zenzero

Ormai le vacanze di Natale sono arrivate e con i bambini a casa dalla scuola o dall’asilo, potete pensare di coinvolgerli nella preparazione di piccoli dolcetti da regalate ai cuginetti o agli amichetti in occasione delle feste. Vi avevamo già presentato la ricetta dei biscotti per decorare l’albero, oggi è il turno degli omini di pan di zenzero.

Ingredienti
320 grammi di farina, un cucchiaino di lievito, 125 grammi di burro, 20 ml di latte, 100 grammi di zucchero, un cucchiaio di zenzero, un uovo, sale fino

Per la decorazione
Glasse colorate pronte, confettini argentati

Preparazione dei biscotti
Fate ammorbidire il burro, setacciate 300 grammi di farina con il lievito, lavorate il burro morbido con lo zucchero con l’aiuto di una frusta fino a renderlo liscio e gonfio. Aggiungete lo zucchero, il latte e l’uovo sbattuto continuando a gonfiare il composto con la frusta.

Rispettare la fascia d’età consigliata nei giocattoli: perché è importante

fascia d'età consigliata giocattoli

Nei nostri post dedicati ai giocattoli abbiamo più volte sottolineato l’importanza di scegliere giochi sicuri e consoni all’età del bambino a cui è destinato; proprio quest’ultimo punto è, a detta degli esperti, troppo sottovalutato e, spesso, è proprio il mancato rispetto della fascia d’età consigliata a far diventare un giocattolo da innocuo a pericoloso.

Tutti gli esperti sono d’accordo nel sostenere che dare a un bambino un giocattolo destinato a una fascia d’età superiore può avere conseguenze impreviste; i bambini piccoli mettono in bocca qualsiasi cosa che gli capita sotto mano, perché è il loro modo di esplorare il mondo. Quindi, soprattutto se il bambino ha meno di 36 mesi, bisogna prestare particolare attenzione alle indicazioni della fascia d’età.

Bambini più sereni se la quotidianità si ripete sempre uguale

bambini più sereni

Se è vero che i bambini devono abituarsi sin da piccoli alle situazioni nuove è anche, e ancor più vero, che fra i principali e più importanti compiti di un genitore rientra quello di insegnarli a farlo nella maniera più adeguata possibile alle loro esigenze, ovvero senza accessi, soprattutto nei primi tre anni di vita.

Per i bambini di questa età infatti la stabilità, rappresentata dal ripetersi quanto più possibile uguale di gesti e situazioni quotidiane, è di fondamentale importanza per porre le basi di un armonico sviluppo della personalità.  Questo è valido (e possibile) tanto per le mamme che si occupano a tempo pieno della cura dei figli, quanto per quelle che trascorrono  parte della giornata al lavoro e affidano il proprio cucciolo alla tata, alla nonna o alle educatrici del nido.

Come nascono i bambini? La leggenda della cicogna e del cavolo

come nascono i bambini

Mamma, come nascono i bambini?” Questa è la classica domanda che i bambini fanno appena iniziano ad essere un po’ più grandicelli, per cercare di capire come sono nati; davanti a questa domanda, di solito, la mamma narra la storia della cicogna. Ma perché la nascita dei bambini viene associata all’arrivo della cicogna?

La leggenda della cicogna che porta i bambini risale alle origini dell’umanità, quando la cicogna era un uccello molto diffuso che faceva il nido sopra ai tetti delle case, e più precisamente nei camini, perché da essi saliva il calore.

Visto che la possibilità di riscaldarsi non era così frequente, spesso i camini venivano accesi solo quando in corrispondenza alla nascita dei bambini; costatando che la cicogna sceglieva sempre i camini delle case in cui erano nati da poco dei bambini, la tradizione ha fatto sì che questo uccello venisse associato alla nascita di un figlio; infine la fantasia popolare ha voluto che si diffondesse la leggenda che fosse proprio la cicogna a portare i bambini.

L’inappetenza nel bambino

inappetenza-bambinoCosa c’è di più stressante per una mamma di aver un bambino che non ha mai fame e che impiega un tempo indefinito per mandare giù un solo boccone di pappa? L’inappetenza nei bambini è un problema molto frequente ed è un motivo di grossa ansia per noi mamme bilancia-dipendenti, impieghiamo mesi e mesi per far prendere qualche etto ai nostri piccoli e poi con la prima influenza ridrimagriscono di nuovo, impazziamo cercando di inventare ricette prelibate che possano far scatenare un appettito sonnolento e cerchiamo in continuazione lo sciroppo miracoloso che stimoli la loro fame.

La psicomotricità, un modo per socializzare

psicomotricitàLa socializzazione è una fase davvero importante per i nostri bambini, è uno degli elementi che ci spinge ad iscriverli a scuola e non a farli stare con una baby sitter quando ci assentiamo per andare a lavoro, è l’essenza del loro sviluppo e del loro percorso di crescita.  Per i bambini perciò tutte le attività che li portano a socializzare e a stabilire delle relazioni con gli altri sono fondamentali; una di queste attività è la psicomotricità una disciplina tesa a sviluppare i rapporti e le interazioni del bambino sia con gli adulti che con i suoi coetanei, attraverso la comprensione delle regole e il controllo del corpo e del linguaggio ad esso relativo.

Oggi nelle scuole materne e nei nidi d’infanzia spesso vengono organizzati corsi di psicomotricità, in cui i bambini sono coinvolti in attività che oltre ad insegnare loro a conoscere le nozioni del tempo, dello spazio, del corpo propongono la costruzione, la manipolazione, l’organizzazione di materiali e strumenti secondo stili personali di apprendimento.

Non vuole tornare al nido dopo le vacanze, che faccio?

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Capita piuttosto di frequente che anche i bambini più felici di andare al nido perdano all’improvviso tutto il proprio entusiasmo alla prospettiva di farvi ritorno dopo un periodo di vacanza anche breve, come il lungo ponte dell’Immacolata che ci siamo appena lasciati alle spalle, o qualche giorno trascorso in casa per una malattia. Questo è motivo di grande disperazione per una mamma che fino a qualche giorno prima era felice di veder trotterellare allegro il proprio cucciolo verso i compagnetti di scuola, soprattutto se si tratta di una mamma che lavora.

Se questo è il vostro caso però niente paura; è un momento che il bambino supererà. Noi genitori però possiamo dargli una mano a riprendere la routine più velocemente e più serenamente possibile, vediamo in che modo: anzitutto sarebbe bene creare una continuità fra il tempo trascorso al nido e quello trascorso in casa o fuori, con mamma; ad esempio avete mai provato a invitare qualche compagnetto a casa o a chiedere alla sua mamma di incontrarvi a parco?

Se questo non è possibile esistono comunque alcuni accorgimenti che possiamo mettere in pratica nei giorni immediatamente successivi al difficile rientro:

bugie

Le bugie dei bambini

bugie-dei-bambiniUno dei comportamenti più fastidiosi dei bambini è quando iniziano a dire le bugie, il compito di noi genitori comincia a diventare più difficile perché dobbiamo riuscire a capire il motivo che li porta a non essere sinceri e soprattutto dobbiamo anche scegliere il modo più giusto per punirli o sgridarli. Anche perché le bugie cambiano rispetto alle varie fasce di età in cui vengono dette.

Partiamo col dire che le bugie vere e proprie vengono dette solo verso i 5 anni, prima di questa età infatti i piccoli non riescono a distiguere la finzione dalla realtà e ciò fa si che quando mentono siano convinti di dire la verità, spesso neppure se ne rendono conto e dunque è inutile punire questo tipo di comportamento, perché il bambino non ne capirebbe il motivo. Qualche tempo fa il mio bambino di 4 anni, durante la notte ha perso del sangue del naso, al risveglio l’ho pulito bene ed è andato a scuola, quando sono andata a riprenderlo aveva ancora il naso sporco e gli ho chiesto se avesse ancora sanguinato, lui mi ha raccontato una storia molto dettagliata per la quale aveva sbattuto il naso e lo avevano medicato. Sono andata dalla maestra a chiederle se era vero e lei mi ha detto che non era accaduto niente di quello che aveva raccontato.

Pannolini, lavabili o usa e getta?

pannolini ecologici

Da qualche anno a questa parte si è diffusa la consuetudine fra le neo-mamme di utilizzare pannolini lavabili in luogo degli ormai tradizionali usa e getta; nulla a che vedere però con i vecchi ciripà dei quali piuttosto rappresentano l’evoluzione poichè sono più pratici da far indossare al bambino e più facili da lavare. I motivi che conducono a questa scelta sono molteplici: un’accresciuta coscienza ambientale, la necessità di ridurre le spese senza sottrarre nulla alla qualità delle cure somministrate ai propri figli e, non ultimo, la maggiore attenzione ai materiali e alle sostanze con le quali la pelle del bambino entra in contatto ogni giorno.

I pannolini lavabili detti anche ecologici o riciclabili infatti permettono ad una famiglia di risparmiare diverse centinaia di euro e, complessivamente, di ridurre di parecchie tonnellate l’immissione di rifiuti nell’ambiente; considerate infatti che ogni bambino consuma in media nei primi tre anni di vita qualcosa come cinquemila pannolini usa e getta con una spesa per le famiglie che si aggira fra le 1200 e le 1500 euro; di pannolini lavabili invece ne occorrono poche decine (una ventina secondo le testimonianze di alcune mamme che ho potuto raccogliere) con una spesa che va dalle 400 alle 800 euro a seconda del modello scelto e che non dovrà essere ripetuta all’arrivo del fratellino o della sorellina.