Anemia falciforme, in arrivo lo screening neonatale

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L’anemia falciforme è una malattia genetica del sangue. E’ definita falciforme perchè i globuli rossi delle persone che ne sono affette assumono una caratteristica forma a falce o mezzaluna, che li rende più fragili e più facilmente aggregabili. La diagnosi si esegue attraverso le analisi del sangue e attualmente l’unica misura diagnostica prenatale consiste nel consigliare alle donne in gravidanza di sottoporsi a un esame del sangue teso ad accertare se la futura madre è portatrice sana o meno della malattia. L’analisi in questione, in ogni caso, non è di facile interpretazione e vi si sottopone solo il 40 per cento delle future madri.

Meglio sarebbe invece poter individuare con certezza sin dal momento della nascita del bambino se questi è portatore di geni che predispongono alla malattia o se questa è già presente per poter mettere in atto il percorso terapeutico più adeguato per ridurre la mortalità e le complicanze legate ad essa. Per questo motivo, i ricercatori dell’Ospedale Sant’Anna di Ferrara premono perchè lo screening neonatale per l’anemia falciforme venga eseguito a tappeto per tutti i neonati come già avviene in altri Paesi del mondo. Inoltre, stando ai risultati di una ricerca condotta presso il nosocomio ferrarese, il test è anche in grado di scoprire anche se il piccolo è già ammalato.

Lo screening si esegue su un campione di sangue prelevato dal cordone ombelicale e in alcuni ospedali italiani, a Udine e Modena, viene effettuato solo sui nati da donne considerate a rischio. L’anemia falciforme è una malattia in aumento in Italia complice l’ondata di flussi migratori che sta investendo il Paese. Questa forma di anemia infatti colpisce soprattutto in alcune regioni del mondo come Africa, India, Medio-oriente ma anche Spagna e Italia. Diagnosticarla precocemente riduce il rischio di complicanze e contiene enormemente i costi sanitari.

[Fonte]

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