anemia bambini

Anemia falciforme, in arrivo lo screening neonatale

L’anemia falciforme è una malattia genetica del sangue. E’ definita falciforme perchè i globuli rossi delle persone che ne sono affette assumono una caratteristica forma a falce o mezzaluna, che li rende più fragili e più facilmente aggregabili. La diagnosi si esegue attraverso le analisi del sangue e attualmente l’unica misura diagnostica prenatale consiste nel consigliare alle donne in gravidanza di sottoporsi a un esame del sangue teso ad accertare se la futura madre è portatrice sana o meno della malattia. L’analisi in questione, in ogni caso, non è di facile interpretazione e vi si sottopone solo il 40 per cento delle future madri.

Talassemia, la Celocentesi è il nuovo esame per la diagnosi prenatale

La talassemia è una grave malattia degenerativa ereditaria che causa l’anemia.  Per fortuna le coppie che desiderano avere un bambino e sanno che il piccolo può essere a rischio talassemia ora possono contare un su un nuovo esame diagnostico prenatale: la celocentesi. Questa tecnica permette di sapere già al secondo mese di gravidanza se il feto sta bene e quali rischi sta correndo.

La ricerca può vantare la firma del nostro Paese, particolarmente sensibile a questa malattia. Si stima che in Italia ci siano circa 7.200 malati, di cui 33% concentrati in Sicilia, dove è stata messa a punto la nuova tecnica. Lo studio è stato condotto da un’equipe dell’ospedale ‘Vincenzo Cervello’ di Palermo, guidata dal direttore di Ematologia II, Aurelio Maggio, in collaborazione con il ginecologo greco George Makrydimas.

L’ictus infantile è collegato alla pillola, all’anemia e al fumo

L’ictus può colpire anche i bambini. Ma quali sono i fattori scatenanti? Si sono interrogati un gruppo di ricercatori svedesi che hanno poi pubblicato uno studio sulle pagine di Acta Paediatrica. L’ictus infantile è così definito quando colpisce un soggetto tra i ventotto giorni e il diciottesimo anno di età. E nella maggioranza dei casi (l’85%) chi ne è vittima, e ne sopravvive, mostra delle disfunzioni neurologiche e delle gravi limitazioni. Stiamo parlando quindi di conseguenze gravissime.

Secondo la ricerca i fattori scatenanti possono essere pillola contraccettiva, anemia e fumo.  I ricercatori,  guidati dal dottor Sten Christerson,  hanno evidenziato come in Europa e negli Usa l’ictus infantile colpisce da 2,1 a 13 bambini all’anno ogni 100mila, con un’incidenza dell’1,8%.  Sono stati analizzati 51 casi, di cui 23 maschi e 28 femmine. Di questi, 46 dei 47 sopravvissuti all’attacco sono stati seguiti per un lungo periodo dopo la malattia (in media 4 anni) per verificare i rischi a lungo termine.

L’anemia nel bambino

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Il bambino è pallido, stanco, svogliato e a tratti irritabile? Forse non si tratta solo di una carnagione molto chiara che si incontra con un’indole capricciosa ma di anemia. L’anemia infatti è un disturbo piuttosto frequente nei bambini di due-tre anni di età. Questo succede perchè i bambini vengono già al mondo con una riserva di ferro insufficiente dal momento che durante le ultime settimane di gravidanza non riescono a trarne abbastanza dalla mamma.

Questa carenza di ferro innata però non è un problema durante i primi mesi di vita, poichè il sangue del bambino ha una massa ridotta e la modesta quantità di ferro che contiene gli è sufficiente. Man mano che il bambino cresce però i segni della mancanza di ferro si fanno evidenti, quando questa non viene colmata,  con la comparsa di sintomi che vengono spesso sottovalutati o equivocati.