Annegamento, cosa fare

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Tutti i genitori lo sanno: i bambini, soprattutto i più piccoli, sono molto attratti dall’acqua. E questo potrebbe risultare molto pericoloso. Basti pensare, infatti, che un bambino può annegare in soli 5 centimetri di acqua e in pochi secondi (all’incirca 10). Laghi, fiumi, piscine, ma anche la comunissima vasca da bagno o dei banali recipienti possono trasformarsi in pericolosissimi nemici per l’incolumità di vostro figlio.

Quando un bambino si trova in difficoltà e sta rischiando di annegare, non sempre ha la freddezza e la capacità di chiedere aiuto. Per questo la prevenzione rappresenta la migliore arma di difesa in vostro possesso.

Ogni volta che il vostro bambino si trova a contatto con l’acqua (che sia al mare, in piscina o semplicemente nella vasca da bagno) non abbassate mai la guardia e non perdetelo di vista un attimo. I bambini, infatti, soprattutto verso i 2-3 anni, sono molto curiosi ed intraprendenti e spesso in un attimo sfuggono al controllo di chi li sorveglia. Quando siete in bagno, non lasciate mai da solo il bambino nella vasca, usate gli appositi tappetini antiscivolo per evitare che il bimbo scivoli nell’acqua e una volta terminato il bagnetto, svuotate la vasca. In casa fate attenzione anche alle bacinelle per lavare i panni e ai secchi per i pavimenti: il vostro bambino, soprattutto se ancora piccolo, affascinato ed incuriosito, potrebbe infilarvi la testa e rimanervi incastrato.

Se avete un giardino, fate attenzione che non ci siano in giro recipienti pieni di acqua o che potrebbero riempirsi (vasi, cariole, bidoni, etc..), coprite o svuotate eventuali stagni o piscinette e controllate che non ci siano fossi e che i pozzetti siano chiusi. In spiaggia non allontanatevi mi dal bambino e tenetelo sempre sott’occhio. Munite il bimbo di braccioli o di un salvagente quando entrano in acqua. Evitate, invece, la classica ciambella, soprattutto quella con mutandine incorporate, perchè se il bambino dovesse ribaltarsi giocando incontrerebbe difficoltà a rigirarsi per tornare a galla. Anche se il vostro bambino sa nuotare, rimanetegli sempre ad una distanza “di sicurezza”.

Se vi accorgete che il vostro bambino è in difficoltà e rischia di annegare, intervenite subito. Se il bambino è ancora cosciente , cercate di non spaventarlo o agitarlo ulteriormente. Agite preferibilmente da dietro e se l’acqua è alta, alzate il mento del bambino mentre lo portate fuori per evitare che l’acqua entri nella bocca o nel naso. Una volta portato il bambino fuori dall’acqua, toglietegli i vestiti bagnati, copritelo subito per scongiurare il rischio di ipotermia e controllate se respira. Se il bimbo è cosciente e ha bevuto solo poca acqua, non allarmatevi: con un po’ di tosse o qualche conato la sputerà fuori. Se il bambino non è cosciente ma respira, chiamate subito i soccorsi e distendete il bimbo su di un fianco per far fuoriuscire l’acqua ed evitare che questa finisca nei polmoni. Se il bimbo non respira, e ne siete capaci, praticate la respirazione artificiale in attesa dei soccorsi. Anche se il vostro bambino si riprende subito e sembra che stia bene, è meglio portarlo dal medico per una visita più approfondita.

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