Vicenza: classe d’asilo interamente composta da bambini stranieri

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A gennaio il Ministro Gelmini aveva annunciato l’inserimento di un tetto massimo in percentile di bambini stranieri fissato al 30%. Il provvedimento, che verrà applicato gradualmente in tutte le scuole del territorio nazionale, è volto a scongiurare le c.d. classi ghetto formate esclusivamente da bambini stranieri. Ma ad Alte Ceccato, in provincia di Vicenza, si profila a settembre un intera classe formata da bambini stranieri e più precisamente la Prima B dell’asilo Piaget.

A segnararlo è stato il sindaco leghista Milena Cecchetto che ha informato il Ministrero dell’Istruzione per risolvere il problema. A tal proposito il ministro Mariastella Gelmini ha dichiarato:

Non si deve fare perchè una classe che ha il 100% degli studenti stranieri non aiuta l’integrazione, ma crea un ghetto

Pronta la replica del dirigente 2° comprensivo Sergio Cracco, che non vuol attribuirsi l’operato di una discriminazione così palese:

Se il ministro Gelmini può trovare una soluzione venga qui e la proponga direttamente. Il 90% degli iscitti al 2° comprensivo parla italiano. I bimbi sono nati qui anche se hanno cognomi stranieri. Al comprensivo 2, dunque, è stato fatto tutto seguendo la normativa.

Come mai proprio a Ceccato? Lo spega l’assessore all’istruzione della Provincia di Vicenza:

Montecchio Maggiore, con la vicina area della concia e la metalmeccanica, per anni ha attirato manodopera straniera che, come spesso accade, si e’ raggruppata in determinate aree del paese, in questo caso Alte Ceccato. il Sindaco Cecchetto ha fatto bene ad evidenziare il problema e a prenderlo a cuore ora è necessario fare squadra perchè gli Enti interessati, ognuno per la propria competenza, si mobilitino, testando ad Alte un modello di organizzazione scolastica sperimentale da applicare in tutte quelle aree dove la situazione è simile

Ma la situazione rischia di produrre classi analoghe anche in altre regioni e non solo il veneto dove la presenza degli stranieri supera il 12%: anche Emilia Romagna, Umbria e Lombardia stanno affrontando lo stesso problema.

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