Adozioni in calo in Italia: i dati sono fermi a 10 anni fa

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Adottare un bambino è un incredibile gesto d’amore, ma è anche un sacrificio molto complesso. Non tutte le coppie sono pronte a un passo simile e non vanno assolutamente giudicate. In Italia, esiste un secondo problema che purtroppo causa immobilismo un po’ in tutti i settori: le lungaggini burocratiche, che in molte occasioni ostacolano anche le adozione. Sta di fatto che non sono molte le famiglie che scelgono di prendere in casa un bambino senza famiglia e crescerlo come un figlio: i dati confermano che non c’è stato un incremento reale in 10 anni.

La situazione è questa sia per le adozioni internazionali sia per quelle nazionali. E non è tutto, perché sono diminuiti anche gli affidamenti. Lo scorso anno sono stati adottati 3.106 bambini stranieri contro i 4.022 del 2011. Sono sempre meno le coppie che scelgono la strada dell’adozione: 2.469 nel 2011 contro 3.154 nel 2012. Gli stessi dati che si registravano circa 10 anni fa.

Il Ministero della Giustizia ha costituito  la banca dati delle adozioni sui minori dichiarati adottabili e sui coniugi aspiranti all’adozione nazionale ed internazionale, per migliorare e rendere più rapido la procedura. Probabilmente, ma è solo un’opinione personale, dietro questo problema c’è sicuramente una scelta personale, un costo troppo impegnativo, l’aumento di coppie conviventi che potrebbero non avere maturato i requisiti base, l’aumento dell’età dei genitori (non tutti sono interessati ad adottare bimbi grandi perché molto più complessi da gestire) e infine i trattamenti di fecondazione.

Quali sono i Paesi stranieri da cui provengono maggiormente i bambini adottati in Italia? Il 57,5% (1.787) dei minori adottati nel 2012 provengono da cinque paesi: Federazione Russa (24,1% del totale), Colombia (10%), Brasile (8,7%), Etiopia (7,5%) e Ucraina (7,2%). Per quanto riguarda le Regioni con il tasso di adozione più alto, troviamo in testa la Lombardia (18,1%), il Lazio (11,9%), la Toscana (9,5%), il Veneto (8,3%), la Campania (8,1%), la Puglia (7,3%) e la Sicilia (6%).

[Fonte]

Photo Credit | ThinkStock

 

 

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