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bambina influenza

Bronchiolite e picco stagionale, le regole dei pediatri per evitare il contagio

L’arrivo del freddo in questi giorni coincide anche con il ritorno o meglio il vero e proprio picco della bronchiolite, la più frequente fra le infezioni pediatriche delle vie respiratorie che di verifica soprattutto fra dicembre e febbraio: i dati del Bambino Gesù di Roma confermano che si tratta di un’infezione che si sviluppa sopratutto entro i due anni di età, momento in cui il bambino comincia a sviluppare gli anticorpi per combatterla. 

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La fase di contagio dura da 6 a 10 giorni e il misura si manifesta con un’ostruzione dei bronchi più piccoli causata dal muco anche se possono inserirete tosse insistente, difficoltà respiratori anche se in genere l’infezione si risolve spontaneamente in 12 giorni e senza conseguenze. 

Bronchiolite bambini sintomi cure

Bronchiolite nei bambini, sintomi e cure

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La bronchiolite è una malattia che colpisce solitamente i bambini molto piccoli, con età inferiore ai due anni. Interessa le vie respiratorie, in particolare i bronchioli, ovvero i piccoli passaggi presenti all’interno dei polmoni. La bronchiolite è uno dei primi motivi di ricovero in ospedale nella prima infanzia. E’ una malattia legata alle stagioni fredde e può essere causata da diversi virus, tra questi quello principale è il virus respiratorio sinciziale (RSV).

Tinset gocce orali allo 0.25% ritirato dal commercio

E’ stato ritirato dal commercio già lo scorso aprile il noto farmaco Tinset gocce orali allo 0.25%, ovvero la formulazione utilizzata per i bambini. La decisione è stata presa dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) per alcune perplessità sorte in merito non al principio attivo (oxatomide) ma alla stabilità della soluzione che potrebbe avere effetti negativi sulla conservazione della stessa. Restano invece in commercio le gocce orali al 2.5%, quelle per adulti, per l’utilizzo delle quali si raccomanda comunque prudenza.

Il fumo passivo peggiora le infezioni respiratorie dei bambini

Onestamente quella che sto per darvi non è una notizia che mi lascia stupita più di tanto. Come dire…c’era da aspettarselo. “Semplicemente” è una conferma di quello che credo tutte noi sappiamo già: il fumo passivo fa male e peggiora le condizioni dei bambini affetti da malattie dell’apparato respiratorio. A ribadirlo è una ricerca condotta presso l’Università di Liverpool in base allo studio delle cartelle cliniche di un campione di bambini ricoverati per bronchiolite, una infezione che colpisce soprattutto i neonati e i bambini sotto i due anni di età.

Le infezioni respiratorie nei bambini

infezioni respiratorie bambini

Qualche tempo fa abbiamo imparato a controllare il respiro del bambino per capire in che modo gli stati di malessere possono modificarlo; oggi vedremo quali sono le principali infezioni nemiche della respirazione:

Pertosse

Nonostante vi sia una percentuale piuttosto alta di bambini vaccinati in Italia si segnalano ancora ogni anno migliaia di casi di pertosse. La pertosse è causata da un batterio che si trasmette per via aerea e provoca accessi di tosse e spasmi della laringe portando il bambino ad emettere un suono simile a un raglio, cui deve il nome di tosse asinina.

Laringite

La laringite consiste in un’infiammazione virale della parte alta delle vie respiratorie molto comune nei bambini fra i sei mesi e i tre anni di età. I sintomi della laringite fanno la propria comparsa soprattutto di notte impedendo così al bambino di riposare tranquillamente. Il pediatra può prescrivere in questi casi una terapia con l’aerosol o la somministrazione di paracetamolo in caso di febbre.

La respirazione del bambino, impariamo a controllarla

controllare respiro bambini

Durante i primi anni di vita è piuttosto frequente che i bambini abbiano delle piccole difficoltà respiratorie spesso a causa di raffreddori, catarro e influenze che coinvolgono naso, gola, orecchie e seni paranasali anche dopo essersi risolte. E’ comune infatti che in seguito a una serie di raffreddori le adenoidi possano ingrossarsi e portare il bambino a respirare male con il naso e che durante una normale influenza invece il respiro aumenti di frequenza.

Mentre in alcuni casi non è necessario allertare il pediatra in altri invece è opportuno chiederne il parere perchè prescriva le cure adeguate o, dove necessario, ulteriori accertamenti; ad esempio è opportuno far visitare il bambino che respira male con il naso se va in apnea per qualche secondo durante la notte perchè questo potrebbe indicare un’ostruzione delle vie respiratorie.

L’asma nei bambini, una malattia cronica o temporanea?

asma-bambinoNel nostro paese  un bambino su 10 soffre di asma, ma eseguire una diagnosi definitiva di questa malattia non è facile visto che fino ad una certa età episodi asmatiformi possono presentarsi senza la necessità che in futuro la patologia si cronicizzi. Alcuni bambini infatti hanno problemi respiratori nei primi sei mesi di vita, quando il calibro dei bronchi è più piccolo rispetto alla norma e infiammandosi, impedisce un regolare passaggio dell’aria. Altri bambini invece iniziano a manifestare problemi respiratori se si ammalano di bronchiolite, problemi che ritorneranno nel caso di infezioni virali, ma che tenderanno a scomparire verso i 12-13 anni. Per finire poi esiste una fascia di bambini che sviluppa delle allergie che li porterà ad a convivere con l’asma per tutta la vita.

La bronchiolite nel neonato

bronchioliteDurante il primo anno di vita dovrai fare particolare attenzione alla tosse di tuo figlio, infatti durante questo periodo è facile che una normale tosse possa svilupparsi in bronchiolite. Pensa che entrambi i mei due figli l’hanno avuta a soli 15 giorni di vita. La bronchiolite è una infiammazione dei rami bronchiali più sottili (i bronchioli) ed è causata principalmente dal Virus Sicinziale Respiratorio ma può anche essere causato da Adenovirus, enterovirus o virus influenzali. Quando i bronchioli si infiammano il passaggio dell’aria si riduce impedendo a tuo figlio di respirare in modo normale, ovviamente l’infezione aumenta in gravità minore è l’età del neonato, se poi parliamo di bambini prematuri o con patologie pregresse bisogna porre molta più attenzione ad individuarne i sintomi.