Quanto sale aggiungere ai pasti del bambino? I consigli dei pediatri

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Tutti quanti noi, adulti e bambini, consumiamo troppo sale. Nel nostro Paese infatti, il consumo pro capite di sale è di 10 mg al giorno, 5 mg in più della razione gironaliera raccomadata dall’Organizzazione Mondiale di Sanità. Come accennato, questo vale per tutti, bambini compresi con conseguenze non proprio piacevoli sui loro gusti alimentari da adulti e, di conseguenza, sulla loro salute.

Per questo motivo i pediatri italiani, in occasione della Settimana mondiale per la riduzione del sale hanno stilato un decalogo cui attenersi sin dallo svezzamento per non abituare i bambini ad apprezzare esclusivamente gusti esaltati dall’aggiunta ulteriore di sale. Un decalogo che sarà di certo utile alle mamme alle prese con le prime pappe che spesso si chiedono proprio se il sale va aggiunto oppure no a brodini, creme e pastine.

Vediamone alcuni punti: la risposta alla domanda che tormenta le neomamme è: no. Non bisogna aggiungere sale alle prime pappe nè, in seguito, alla pasta. Quando si assaggia la pappa del bambino per sentire se è buona prima di dargliela non bisogna affidarsi ai propri gusti di adulti, meglio lasciare che il piccolo assapori il gusto naturale del cibo anche se a noi può sembrare insipido.

Più in generale, è opportuno preferire alimenti a basso contenuto di sale e mantenere questa scelta più a lungo possibile. Questa regola si applica anche alla scelta del latte nel caso il piccolo non venga allattato al seno: durante il primo anno di vita è meglio dare al piccolo latte adattato e non latte vaccino.

Il sale può essere spesso sostituito da aceto e limone e, dopo il compimento dei due anni di età, da spezie e aromi. Attenzione anche ai metodi di cottura: le pietanze cucinate al vapore o al cartoccio trattengono il loro aroma e ci permettono di ridurre la quantità di sale aggiunto.

 

[Fonte]

Photo credit | Think Stock

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