Le nuove piramidi alimentari per la prima infanzia

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Sono state elaborate da Carlo Cannella, nutrizionista de’ La Sapienza scomparso di recente, e da Andrea Vania, presidente dell’European Childhood Obesity Group e responsabile del Centro di dietologia e nutrizione pediatrica dell’ateneo capitolino, le piramidi alimentari per la prima infanzia che rispondono ai dubbi e alle perplessità che spesso affliggono i genitori alle prese con la prima pappa.

Il primo pasto del bambino, confermano gli esperti, deve contenere i medesimi elementi nutritivi di quello dell’adulto somministrati però in forme più “accettabili” per il piccolo: carboidrati complessi da creme e semolini, proteine nobili da carne omogeneizzata e liofilizzata, grassi da olio extra vergine di oliva.

Ovviamente non dovranno mancare frutta e verdura: carote e zucchine, mele, pere e banane in purea. Solo un mese dopi l’inizio dello svezzamento, che comincerà verso i cinque-sei mesi, secondo il parere del pediatra, sarà invece possibile introdurre il pesce.

Ma a che ora dare al bambino il pasto solido? Di solito questo accade a metà giornata, anche se, precisa Vania, si tratta solo di una convenzione:

Personalmente ritengo che il momento migliore sia quello in cui entrambi i genitori sono a casa e possono partecipare a questa tappa così importante della vita dei figli. Però, una volta scelto il pranzo oppure la cena, è opportuno non cambiare, per non confondere il bambino

Dai sette mesi in su i pasti giornalieri diventano due. A questo punto è possibile variare le carni e introdurre nuovi tipi di frutta e verdura. Un ruolo speciale in questa piramide è quello riservato ai legumi, consigliati ben cinque volte a settimana:

La frequenza dei vari cibi  viene suggerita tenendo conto sia del fatto che gli alimenti di origine animale garantiscono, oltre alle proteine nobili, anche altre sostanze nutritive, come il ferro di carne e pesce, o il calcio del formaggio, sia del fatto che le proteine animali non devono essere troppe perché potrebbero favorire una precoce di obesità. Abituarsi, sin da piccoli, a un frequente consumo di legumi, gli alimenti vegetali più ricchi di proteine, è molto importante

Spiega Vania che, a proposito di quantità, precisa:

Un concetto che spesso sfugge alle mamme e non di rado anche ai medici, è che più il bambino cresce e più bassi (non più alti) diventano i suoi fabbisogni in termini di calorie per chili di peso. Non è insolito che un bimbo di 2-3 anni mangi come, o a volte addirittura meno, di uno di 8 mesi in piena crescita. Evitare eccessi già in questa fase è importante per prevenire il rischio di una successiva obesità

[Corriere della sera]

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