Cosa fare se il neonato ha il dotto lacrimale ostruito

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Circa un bambino su venti nasce con il dotto lacrimale chiuso da una sottile membrana di mucosa.  Il dotto lacrimale chiuso è un problema abbastanza frequente e innocuo dovuto alla sua incompleta formazione durante i nove mesi di gravidanza e che, per quanto possa dare pena a mamma e paà e fastidio, non ha ripercussioni sulla salute del piccolo. Segni della presenza di questo disturbo sono l’abbondante accumulo di lacrime in uno o entrambi gli occhi senza gocciolio dal nasino, proprio perchè le lecrime non trovano la via per ridiscendere il canale ostruito.

Spesso l’occhio diventa rosso e gonfio e può crearsi una piccola infezione ma il problema, come accennato, non è grave e si risolve entro i primi sei mesi di vita in due terzi dei casi. Nell’attesa che il canale si apra da solo i pediatri consigliano di applicare, laddove necessario, di un antibiotico locale in gocce e di praticare regolarmente il massaggio del sacco lacrimale.

Quest’ultimo è piuttosto semplice e sarà il pediatra stesso a mostrarci come procedere con assoluta esattezza: con le mani ben pulite bisogna esercitare per qualche secondo una lieve pressione sul sacco lacrimale tenendo un dito all’interno della palpebra dell’occhio del bambino e l’altro al centro della fronte appena sopra il naso.

Solo in casi estremi, quando cioè il problema non si risolve spontaneamente entro il primo anno di vita, è necesario ricorrere alla chirurgia: l’intervento è comunque piuttosto semplice e può essere eseguito in ambulatorio o in day hospital, in anestesia locale o totale. Consiste nell’introduzione di una sonda all’interno del dotto, sospinta fino alla cavità nasale in modo da rimuovere la mucosa residua che ostruisce il passaggio delle lacrime. In alcuni casi si introduca un sottile tubicino di silicone che viene mantenuto per qualche settimana per evitare che ci siano ricadute.

[Fonte]

Phot credit | Think Stock

 

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