Nati prematuri, molte vite potrebbero essere salvate nei paesi in via di sviluppo

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Ogni anno nel mondo nascono 15 milioni di bambini prematuri e oltre un milione di questi non riesce a sopravvivere, soprattutto se vede la luce in un paese in via di sviluppo. E’ per questa ragione che il parto pre-termine è la seconda causa di morte tra i bambini sotto i cinque anni dopo la polmonite. A rivelarlo è un rapporto sulla salute neonatale stilato da oltre un centinaio di esperti provenienti da università, istituti di ricerca e agenzie onu di tutto il mondo.

Nei paesi più poveri, il 12 per cento dei neonati viene al mondo prematuramente (la percentuale nei paesi sviluppati è del 9 per cento), spesso questi bambini non superano le poche ore o i pochi giorni di vita ed anche quando sopravvivono devono fare i conti con le cosneguenze della loro nascita prematura che spesso si tramutano in handicap. Eppure, ed è questo il dato più sconcertante, i tre quarti di quelli che non sopravvivono potrebbero essere salvati grazie a cura che nei paesi occidentali sono praticamente di routine.

Cure il cui costo è tutto sommato contenuto e alle quali anche le mamme e i bambini di zone svantaggiate del mondo potrebbero avere accesso se solo ci fosse un sistema sanitario sufficientemente organizzato da garantirle. D’altra parte, quasi tutti i paesi in cui il tasso di nascite pre-termine supera il 15 per cento si trovano nell’Africa subsahariana dove spesso è difficile trovare un’incubatrice.

Tuttavia, sottolinea Joy Lawn, direttrice dell’Ong “Global Evidence and Policy for Save the Children” e tra gli autori della ricerca, in molti casi i piccoli prematuri hanno trovato la salvezza grazie al ricorso alla cosiddetta tecnica del marsupio che prevede, molto semplicemente, il contatto con la pelle della madre.

Basterebbe davvero poco, se a questo si unissero cure e prevenzione adeguate, a salvare circa 400 mila vite ogni anno.

[Fonte]

Photo credit | Thinkstock

 

 

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