Le prime free schools inglesi

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Noi italiani non siamo abituati alle uniformi; nella scuola pubblica non si usano e in quelle private sono molto rare. In Inghilterra, invece, sono diffusi gli istituti in cui i ragazzi sono abituati a doversi vestire tutti nello stesso modo e a seguire programmi standard. Da quest’anno però c’è una novità: le free schools, ovvero libere dalle imposizioni ministeriali.

Che cosa s’intende con imposizioni ministeriali? I ragazzi saranno liberi di scegliere la scuola in base ai programmi, che a loro volta sono fatti non dal Ministero dell’Istruzione, ma da presidi, insegnanti, genitori e in parte anche da loro, gli studenti. Attenzione, non vuol dire anarchia assoluta, semplicemente ampliare l’offerta formativa, affiancando materie alternative (come yoga e meditazione) al latino.

Sono soltanto 24 in tutta la Gran Bretagna, le scuole che debutteranno con questa sperimentazione nell’anno scolastico 2011-2012. L’idea fa parte del programma di David Cameron, che ha tra gli obiettivi dare più autonomia decisionale ai suoi cittadini. La novità più interessante sta nel  fatto che non stiamo parlando di istituti privati, ma pubblici, quindi frequentabili da tutti.

C’è anche un secondo fine: migliorare la scuola pubblica, cosa che dovremmo fare anche noi italiani. Da un recente studio, infatti, è emerso che solo il 7% dei bambini va alla scuola privata, ma la metà di questo 7% occupa poi i posti lavorativi più prestigiosi, come gli incarichi da giudice, dirigente, deputato e avvocato. Ciò vuol dire che il servizio lo paghi (pure salato), ma funziona e che le famiglie senza possibilità economiche non possono garantire parità di istruzione ai loro bambini.

Il Sinday Times ha promosso un sondaggio sul tema delle Free Schools ed è emerso il 35% delle persone è affascinato da questo nuovo progetto, il 38% contrario e poi c’è chi non ha un’opinione. Aspettiamo quest’anno accademico per dare giudizi e poi potremo sapere se è un modello esportabile anche nel nostro Paese.

[Fonte: Repubblica]

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