Anoressia e bulimia, i primi casi già alle scuole elementari

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bambina rifiuta cibo

Far mangiare i bambini è sempre un problema, ma si parte dal presupposto che dietro il rifiuto del cibo ci siano capricci e poco appetito. Diventa preoccupante quando il piccolo dimostra chiaramente di avere un disturbo alimentare. Secondo Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), anoressia e bulimia possono già comparire tra i 6 e i 7 anni e tra gli adolescenti è un problema che tocca quasi il 15 percento dei ragazzi.

In passato anoressia e bulimia comparivano nella tarda adolescenza, intorno ai 18 anni; oggi l’età media si è abbassata a 16 anni ma sono molti i casi di anoressia precoce, che si manifesta prima dei 13 anni, e non mancano bambini della scuola elementare. Difficile dire perché stia accadendo, i motivi ipotizzati sono molti.

Racconta Antonella Gritti, docente di neuropsichiatria infantile all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli al Corriere della Sera.  Quali sono le ipotesi più verosimili? Aver avuto genitori con disturbi alimentari non è d’aiuto, così come un’attenzione esagerata all’estetica non fa benissimo.  Come sappiamo, anoressia e bulimia possono portare alla morte e diventano ancora più gravi se compaiano prima della pubertà, perché possono rallentare o bloccare la crescita.

Come si possono controllare o prevenire certe patologie? È molto difficile a dirsi. Sicuramente con l’attenzione e le cure. Prima di tutto i genitori devono rassicurare anche esteticamente il bambino, poi devono fare molta attenzione ai pasti: se si dimostra troppo restio a mangiare, non cresce e sviluppa un approccio quasi maniacale con il cibo, potrebbe esserci qualcosa che non va. Così come la mania per le performance sportive può causare simili disagi.

Consideriamo inoltre un altro dato interessante: le ragazzine alle prese con disturbi alimentari di qualunque genere sono più a rischio per una serie di malattie o comportamenti azzardati, come le abbuffate compulsive, l’obesità, l’abuso di alcol e sostanze dopanti.

Photo Credit | ThinkStock

 

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