Contraccezione d’emergenza e pillola abortiva, breve panoramica

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Con l’approvazione definitiva dell’AIFA alla immissione in commercio della pillola dei cinque giorni dopo si è di nuovo infuocata la polemica sul ricorso alla contraccezione d’emergenza e alla pillola abortiva RU486. Ma qual è la differenza tra quest’ultima e le pillole dei cinque giorni e del giorno dopo? Vediamolo, sinteticamente, dopo il salto.

Pillola del giorno dopo

Commercializzata con il nome Norlevo, la pillola del giorno dopo ha come principio attivo il levonorgestrel, un progestinico in grado di ritardare o bloccare il processo di ovulazione. A differenza della pillola dei cinque giorni dopo, Norlevo è efficace se assunta entro 72 ore dal rapporto a rischio di gravidanza indesiderata. Può essere acquistata solo in farmacia dietro prescrizione medica ma non è necessario avere prima effettuato il test di gravidanza.

Pillola dei cinque giorni dopo

Commercializzata con il nome EllaOne, la pillola dei cinque giorni dopo ha come principio attivo l’ulipistral, una molecola in grado di contrastare l’azione del progesterone, l’ormone che crea le condizioni adatte sia alla fecondazione che all’attecchimento delle cellule uovo nell’utero. EllaOne ritarda l’ovulazione ma, dato il suo effetto prolungato (è efficace se assunta fino a cinque giorni dopo il rapporto a rischio di gravidanza indesiderata), può anche impedire all’ovulo già fecondato di annidarsi nell’utero. Naturalmente può essere acquistata solo in farmacia e solo dietro prescrizione medica ma per ottenere quest’ultima è necessario esibire un test di gravidanza negativo.

Pillola abortiva RU486

A differenza di Norlevo ed EllaOne, RU486, non è un contraccettivo d’emergenza ma un vero e proprio farmaco abortivo; agisce cioè a livello dell’utero e a gravidanza già iniziata. Il suo principio attivo, il mifepristone, inibisce lo sviluppo dell’embrione e ne causa il distacco dalla mucosa uterina. A due giorni di distanza dalla RU486 viene somministrato alla paziente un altro farmaco a base di prostaglandina che provoca le contrazioni uterine e l’espulsione di quello che viene definito materiale abortivo. L’assunzione di questa pillola rappresenta un aborto farmacologico cui si può ricorrere, in alternativa all’aborto chirurgico, entro la settima settimana di gravidanza. La somministrazione può avvenire solo in ospedale dove la donna deve rimanere ricoverata fino a quando non si ha la certezza dell’avvenuto aborto.

 

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