Tonsilliti nei bambini, come si curano e quando è necessario l’intervento chirurgico

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togliere tonsille

Le tonsille sono un problema molto diffuso durante l’infanzia, a causa delle numerose infezioni cui sono soggette. Anni fa l’asportazione, la tonsillectomia, era una pratica comune, oggi invece si preferiscono interventi conservativi. Perché mai? Perché sono dei filtri hanno come compito quello di difendere le vie respiratorie, soprattutto il primo anno di vita quando il sistema immunitario si sta sviluppando.

Un cambio radicale di approccio anche se i disturbi e i sintomi della tonsillite sono sempre gli stessi. Li ha spiegati il professor Giovanni Felisati, direttore del Dipartimento testa e collo del Polo Universitario Ospedale San Paolo di Milano al Corriere della Sera:

Le tonsille, per la loro posizione nel cavo orale, possono entrare in contatto con i germi molto facilmente e così andare incontro a infiammazioni, le tonsilliti appunto. Mentre il raffreddore è quasi sempre virale e l’otite di solito batterica, le tonsilliti possono essere sia virali sia batteriche. Sapere che cosa ha causato l’infezione è importante per individuare la terapia corretta.

Individua la causa, la risoluzione non è immediata ma semplice: gli antibiotici, infatti, vanno somministrati solo se l’infezione è batterica, se è virale è necessario prendere degli antipiretici e degli antinfiammatori, per mantenere la temperatura bassa e disinfettare la zona dolorante. Non è sempre è facile capirlo e molte volte anche individuata l’infezione

Battere è necessario capire quale antibiotico è più opportuno. Potrebbe quindi essere richiesto un esame: un tampone orale. Consiste in una sorta di lungo cotton fioc che toccherà velocemente la zona malata. L’analisi saprà individuare la terapia più giusta.

Veniamo ora al tasto dolente: quando vanno operate? I bambini che richiedono l’asportazione devono essere vittime di almeno più di 5 tonsilliti l’anno o l’apnea respiratoria.

Adenoidi e tonsille vengono in molti casi tolte insieme. […]La rimozione in endoscopia – che noi pratichiamo – permette di vedere bene quello che si asporta, mentre l’approccio tradizionale espone al rischio di non recidere tutto il tessuto e di avere ricadute.

Photo Credit | Thinkstock

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