Le immagini degli ultimi giorni sono davvero drammatiche. Gli attentati a Bruxelles sono l’ennesimo atto di violenza che corre davanti ai nostri occhi. come si può affrontare questo argomento con i bambini? Sicuramente quelli piccoli vanno lasciati allo scuro, ma i più grandicelli che vanno a scuola hanno bisogno di una spiegazione. Una spiegazione che non deve essere fonte di paura o di razzismo e ulteriore violenza.
Ecco alcuni consigli, pubblicati da Time a novembre, per affrontare il discorso con bambini di diverse età.
Bambini in età prescolare. Prima dei sei anni, come anticipato, possiamo evitare di esporre a queste notizie i bambini. I piccoli non sono in grado di distinguere i fatti dalle paure e quindi è meglio aggiungere dettagli solo per rispondere a domande dirette (sempre che ce ne siano).
Bambini tra i sei e i dieci anni. Secondo Harold Koplewicz, presidente del Child mind institute, “a questa età conoscere i fatti può aiutare ad alleviare l’ansia”. Raccontate quindi che cosa è successo, evitando l’eccesso di dettagli, come parole violente o il numero dei morti. I bambini devono essere rassicurati: se gli adulti sembrano tristi non è perché c’è una minaccia diretta alla famiglia, ma solo per le vittime. Sono devono sentire minacciati o temere per i genitori, se fanno un lavoro particolare.
Bambini tra i dieci e i quattordici anni. A questa età c’è una consapevolezza maggiore e desiderano conoscere i dettagli. Gli esperti consigliano di non dargliene troppi. È importante chiedergli cosa hanno saputo e come si sentono, devono sapere che si può essere tristi anche se non si sente il bisogno di piangere. Fateli parlare… sapere che cosa hanno capito è il primo punto per aiutarli a fare chiarezza.
Adolescenti tra i 14 e i 18 anni. Non sono ancora uomini e donne maturi, ma sono grandi e le informazioni spesso le “cacciano” da soli. Se non sembrano interessati, provate a parlargliene magari facendo qualcos’altro insieme. Bisogna affrontare che cosa vuol dire violenza, paura e quali sono i meccanismi del terrorismo.
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