Un nuovo psicofarmaco per la sindrome da deficit di attenzione e iperattività

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Una nuova denuncia del comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica che avverte dell’imminente sbarco in italia di un nuovo psicofarmaco destinato ai bambini. L’allarme è stato lanciato dall’organizzazione Giù le mani dai bambini e ha già presentato un’interrogazione parlamentare su quelle che sono definite “relazioni pericolose” tra la Sanità e le multinazionali farmaceutiche.

Il farmaco in questione sarebbe la Guanfacina, prodotta dalla multinazionale Shire e dovrebbe avere il nome Intuniv. A detta del comitato di farmacovigilanza pediatrica la Guanfacina sarebbe una specie di molecola apolide, che non avrebbe ancora trovato una malattia a cui essere associato. E questa la dice lunga sulla ricerca scientifica applicata alla farmacologia, se davvero i farmaci venissero associati alle terapie in vista di un “posto da trovare”.

Luca Poma, portavoce di Giù le mani dai bambini ha voluto far luce su alcuni meccanismi del business che si cela dietro i farmaci:

La Public Affairs Association vuole essere a mio avviso anche un luogo di riflessione e dibattito su un modello di lobby rispettosa dei requisiti etici essenziali, come raccomandato dai codici di comportamento della stessa PAA, della Ferpi e internazionali: dichiarare sempre chi è il proprio mandante, avere una relazione trasparente con i mezzi d’informazione e con tutti i pubblici coinvolti dalla propria azione, presentarsi con informazioni corrette e ottenere decisioni in maniera onesta, questi sono i pilastri di una corretta azione di lobby.

Luca Poma, proseguendo nel discorso articolato della politica persuasiva di certe case farmaceutiche e in particolare a questa mirata alla terapia della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), ha dichiarato:

Se questa è etica nelle relazioni pubbliche occorre avviare una riflessione seria in seno alla FERPI, la Federazione nazionale di categoria: una norma senza una sanzione è una norma debole, che chiunque può infrangere impunemente. A mio avviso è ora di passare dalle parole ai fatti e capire come prendere posizione in casi come questi.

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