Il piano del parto, necessario o facoltativo?

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Piede del bambino

Manca poco al parto e durante qualche corso o appuntamento con le ostetriche avrete sicuramente sentito nominare il Piano del Parto (o Birth Plan). In passato, con la medicalizzazione della nascita, non si poteva neanche immaginare che la donna fosse messa nelle condizioni di ipotizzare il suo parto ideale, esplicitando con consapevolezza ciò che desidera e ciò che non desidera, oggi in molti ospedali c’è anche questa possibilità. Ma in che cosa consiste? È facoltativo o necessario?

Si tratta di un foglio scritto e firmato dalla partoriente che deve essere infilato nella cartellina clinica quando si arriva in ospedale per il ricovero. Tenetelo sotto mano e fatelo leggere subito al ginecologo o all’ostetrica.  Si dovrebbe basare sulle 15 raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la partoriente. Su internet trovate delle formule prestampate che potete completare personalizzare. Quali sono i punti chiave?

La donna dovrebbe descrivere che cosa desidera e soprattutto non desidera. Per capirci, può chiedere che il partner stia sempre con lei, che sia rispettata la fisiologia del travaglio, senza assunzione di ossitocina o rottura artificiale delle acque, che non sia praticata routine l’episiotomia e la manovra di Kristeller, di poter tenere il bambino in camera e di poterlo allattare entro la prima ora di vita.  Sono tutti argomenti che durante il corso preparto vengono affrontati, quindi la donna ha tutto il tempo per capire ciò che vuole (per esempio, l’epidurale).

È obbligatorio? Ovviamente no. E ricordate che in alcune strutture potrebbe non essere accolto molto bene, soprattutto in quelle ampie dove il parto è trattato un po’ come una tappa della catena di montaggio. È totalmente facoltativo. Per quanto mi riguarda, quando ho scoperto l’esistenza di questo documento sono rimasta allibita. La prima riflessione è stata la seguente: come può una donna sapere meglio del personale medico che cosa le ci vuole? Poi ho capito, che in nessun modo si sta tentando di bypassare il dottore, ma si sta elaborando con maturità il proprio parto. È quindi umano, rispettoso e doveroso per una futura mamma riflettere su quello che vorrebbe fin dalle prime contrazioni per sé e per il suo piccolo, partendo dal presupposto che in caso di complicazioni il piano deve essere inevitabilmente archiviato.

Photo Credit | ThinkStock

 

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