Lotus birth, rischi e controindicazioni

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Si chiama lotus birth e si sta trasformando rapidamente nella moda del momento. Ma in che cosa consiste esattamente? In pratica si tratta del parto senza il taglio del cordone, una procedura sempre più richiesta e sempre più diffusa in diverse strutture sanitarie. Il nome deriva dal nome dell’infermiera statunitense che nel 1974 scelse questo tipo di procedura per il suo parto.

Parto in casa: le regole che garantiscono la sicurezza

Nel Lotus birth infatti il cordone non viene reciso subito e la placenta resta attaccata al neonato anche dopo la seconda fase del parto. Ma attenzione perché la Società Italiana di Neonatologia è nettamente contraria a questa procedura rischiosa e poco sicura. 

Chi è favorevole a questo tipo di parto, è certo che ci sia maggior passaggio di sangue dalla placenta al neonato: il cordone cade naturalmente dopo quattro giorni dal parto e il distacco fra mamma e bambino avviene naturalmente.

PARTO IN CASA, LE REGOLE CHE GARANTISCONO LA SICUREZZA

Ragioni troppo esigue per poter giustificare il lotus secondo la Sin che sostiene che non ci sono prove scientifiche che dimostrino i reali benefici per la mamma e il bambino con questo tipo di parto e con il rischio molto alto che il bambino possa contrarre delle infezioni. Tra l’altro, pochi minuti dopo il parto il cordone ombelicale smette naturalmente di pulsare per cui è inutile che resti attaccato al bambino. E se alcuni ospesali si sono rifiutati di eseguire il lotus birth a causa della mancanza di norme igienico sanitarie, è anche vero che le linee guida del parto contemplano questo tipo di metodo riconosciuto a livello nazionale.

 

photo credits | thinkstock

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