Proposta choc: togliere la patria potestà ai genitori di figli obesi

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Che l’obesità sia un grave problema, nessuno credo voglia negarlo, così come che si possa fare di più per contrastare questa gravissima malattia. Lanciare però messaggi sbagliati o provocatori forse però non serve a molto ed è per questo che oggi vi parlo della proposta choc dei ricercatori dell’Università di Harvard.

Questi medici hanno formulato la possibilità di togliere i bambini obesi ai loro genitori. È ovvio che il peso in eccesso sicuramente dipende anche dallo stile di vita e dal tipo di alimentazione, è sicuramente anche la manifestazione di un disturbo di carattere psicologico, ma strappare questi bimbi alla famiglia non è troppo? È come accusare mamma e papà se la loro figlia è bulimica o anoressica.

Secondo i dati del Centro di prevenzione e controllo delle malattie, negli ultimi vent’anni negli Stati Uniti il numero delle persone obese è aumentato drammaticamente. Il 17% dei bambini è in sovrappeso ed è per questo motivo che due medici hanno preso in considerazione la possibilità che venga elaborata una legge alla stessa stregua di un abuso sui minori, togliendo ai genitori la custodia dei propri figli.

Attenzione non è sufficiente fa salire il piccolo sulla bilancia per dichiarare l’incapacità del genitore ad allevare il suo bambino, bisogna trovare delle prove che dimostrino l’incapacità di affrontare la situazione e una co-responsabilità. I due medici, dalla loro, continuano a ribadire le gravi malattie che potrebbero derivare da un eccesso di peso, come il diabete, il tumore intestinale o problemi di carattere psicologico.

In alcuni stati come quello della California, del Texas, della Pensylvania e di New York hanno già introdotto leggi molto severe per contrastare il diffondersi di questa malattia, ma nessuna tocca la patria podestà. Per adesso le norme che riguardano quest’ultima di solito sono correlate alla morte del genitore o a gravi malattie, sempre di mamma o papà, che possono renderli incapaci di accudire il minore.

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