Bambini obesi e liposuzione, gli esperti sono contrari

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Il 23 per cento dei bambini italiani ha problemi di peso, mentre il 12 per cento è obeso. Una realtà se non allarmante da attenzionare, tanto più che nel due per cento dei casi i loro genitori pensano di rivolgersi a tecniche come la chirurgia estetica per risolvere il problema dei loro figli. Il dato è emerso già qualche tempo fa nel corso della presentazione delle neonata Fondazione Italiana Per La Lotta All’obesità Infantile.Gli esperti però bocciano la proposta e oppongono un no risoluto alla liposuzione per la cura dell’obesità infantile. I bambini obesi dovrebbero ricorrere ad altri metodi per perdere i chili in eccesso, come praticare sport e adottare un’alimentazione corretta. A dirlo è Giorgio Calabrese, docente di nutrizione umana e dietoterapia all’Università di Torino e alla cattolica di Piacenza. L’obesità infantile, infatti è meno frequente tra i bambini e gli adolescenti che praticano sport i quali però sono davvero pochi (solo uno su cinque).

Secondo un altro esperto, il presidente dell’Accademia Internazionale di Pediatria Manuel Castello, la responsabilità di obesità e sovrappeso è dei genitori i quali hanno un atteggiamento tollerante verso il problemi di peso dei loro figli fino all’adolescenza, salvo poi iniziare la corsa al dimagrimento dopo i dodici anni. L’errore? Non sapere che la prevenzione inizia già durante la gravidanza.

Il presidente della Fondazione, il chirurgo Marco Gasparotti, che condanna il ricorso addirittura alla chirurgia bariatrica, consentito negli Stati Uniti, pone poi l’accento sull’obesità come problema non tanto estetico quanto di salute: l’obesità è una condanna a vita per questi bambini che corrono un rischio elevato di incorrere in disturbi quali diabete, cardiopatia, ipertensione e disturbi ortopedici.

Secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità le patologie legate all’obesità sono responsabili del 10-12 per cento dei decessi. Motivo per cui lo sport sin dall’infanzia e una corretta educazione alimentare dovrebbero essere incentivati a casa e a scuola.

[Fonte]

Photo credit | Think Stock

 

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