I giocattoli della tradizione battono quelli tecnologici

Spread the love

Ormai la corsa ai giocattoli è terminata e i nostri bambini hanno salutato Babbo Natale sono alle prese con tutti i regali ricevuti. Anche quest’anno un bel bottino. Una ricerca americana pubblicata su Jama Pediatrics ha dimostrato che i giochi della tradizione hanno battuto quelli elettronici.

giocattoli

Mini-computer, telefoni per bambini, oggetti parlanti e tutti i giocattoli pubblicizzati per aumentare la capacità di linguaggio del piccolo finiscono per limitare l’interazione dei genitori con i figli, aspetto cruciale per lo sviluppo cognitivo del bimbo, sostengono i ricercatori.

Un giocattolo che parla o suona frena lo scambio verbale tra mamma e bambino e il piccolo stesso emette meno vocalizzi rispetto a quando gioca con le costruzioni o sfoglia un libro.  Kathy Hirsh-Pasek, professoressa alla Temple University, che non è stata coinvolta nello studio, ha così commentato:

Quando si introducono questi device, mamme e papà smettono di parlare. Ciò che viene detto in questi casi è legato alle regole, per esempio `Non toccare questo´, o `Fai questo´, oppure nulla perché il giocattolo parla anche per loro.

Insomma, non favoriscono l’interazione genitore-figlio, a differenza dei giocattoli di una volta.  Secondo quanto verificato dagli esperti, quando vengono usati dispositivi elettronici, i genitori pronunciano in media 40 parole al minuto, con i giocattoli tradizionali 56 e con i libri 67. In presenza di dispositivi elettronici usano meno anche parole legate al gioco stesso, come per esempio `Questo è un salvadanaio´, oppure `Il granaio è rosso´, frasi pronunciate 4 volte più spesso con i libri e 2 volte più di frequente con i giochi tradizionali.

Non è tutto, se pensate che dipenda dal bambino, dall’età o dal modo di interagire dei genitori sbagliate. I risultati non cambiano in relazione al sesso e all’età del piccolo e nemmeno in base alla loquacità dei genitori. Non c’è nulla da fare, la tecnologia ci rende tutti un po’ più soli.

 

Photo Credits | Shutterstock /  Tomsickova Tatyana

 

Lascia un commento