Figli perfetti, vogliamo davvero questo?

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Oggi care mamme volevo fare una riflessione con voi, un pensiero sulle aspettative che abbiamo verso i nostri figli e sull’idea stessa che abbiamo di loro. Questo pensiero nasce dalla mia esperienza di mamma ma anche da ciò che, io che sono una attenta osservatrice e ascoltatrice, vedo e sento dalle altre mamme che mi circondano. Vuole essere un’autocritica e uno stimolo alla riflessione.

Avete mai pensato che spesso riversiamo sui nostri figli le nostre “mancate” aspirazioni? I nostri piccoli, perlomeno molti di loro, già in tenera età fanno magari due sport e un corso di musica, hanno più impegni del Presidente degli Stati Uniti d’America. E poi i compiti e le festicciole di compleanno. Ma ce la faranno a sostenere questi ritmi? E’ davvero necessario che facciano tutto questo oppure è solo una nostra ansia da prestazione e da figlio perfetto?

E rispetto al loro sviluppo e alla loro salute non saremo troppo pressanti e angosciati? Al primo accenno di problema di linguaggio pensiamo subito alla dislessia e al logopedista, se il bimbo è vivace potrebbe essere iperattivo e se non mangia avrà sicuramente qualcosa di grave! Perché non riusciamo a rilassarci nel nostro ruolo e non riusciamo a vivere con serenità delle situazioni che magari sono solo momentanee?

A volte penso sia colpa della troppa informazione, oggi abbiamo la possibilità di avere a portata di mano gran parte delle informazioni che desideriamo nel nostro pc o meglio ancora nel telefono e facciamo autodiagnosi convincendoci che quella sia la risposta alle nostre domande. E poi medicine a go-go, cicli di antibiotico, vaccini contro l’influenza stagionale, stimolatori delle difese immunitarie, sarà tutto necessario?

A volte mi fermo a pensare e mi chiedo, sbagliamo? Dovremmo cercare di vivere in modo meno standardizzato e medicalizzato? O anche questo fa parte del ruolo che acquisiamo diventando genitori? Ovviamente questo è un pensiero, quasi uno sfogo, qualcuna di voi si ritroverà in queste parole, molte altre ne dissentiranno ma ciò che mi premeva comunicare era che la vita spesso ci travolge e molto spesso rischiamo di perdere di vista l’obiettività delle cose.

Voi che ne pensate?

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