Dieta dei bambini: ancora poca frutta e verdura

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Lo sanno anche i bambini, la frutta e la verdura fanno bene e sono importanti per la salute. Eppure l’ennesima analisi ha dimostrato che sono pochissimi coloro che la mangiano (solo 1 persona su 3) e a farne le spese sono sempre i bambini. Sono gli studenti le maglie nere di questa classifica di GfK Eurisko1 per Menarini.

 

Succo frutta bambini fatto casa

I ragazzi nella fascia di età compresa tra i 14 e 24 anni consuma più volte a settimana cibi «ready-made», dalla pizza (71%) ai salumi e affettati (80%), e si concedono regolarmente dolci (71%) in percentuali di molto superiori alla media nazionale (rispettivamente 51%, 69% e 62%). Il consumo giornaliero di frutta e verdura, al contrario, è nettamente inferiore ai valori medi nazionali e si assesta al 38% per la frutta e al 29% della verdura – contro il 58% e il 42% della media italiana.

In generale, la scarsità di tempo emerge come una delle cause che portano spesso al consumo di cibi già pronti e a pasti sempre più veloci.

Commenta così Isabella Cecchini, Responsabile Area Salute di GfK Eurisko, cui si aggiungono le parole di Giorgio Donegani, direttore scientifico della Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare:

Moderazione, varietà ed equilibrio sono le tre parole chiave da tenere sempre a mente quando parliamo di sana alimentazione. Una dieta bilanciata fornisce una quantità di energia corrispondente a quella che spendiamo e che comprende ogni giorno alimenti contenenti i nutrienti utili a garantire il buon funzionamento dell’organismo. Le vitamine, i minerali e le fibre, contenuti principalmente nella frutta e nella verdura, sono elementi essenziali e sono presenza insufficiente di questi micronutrienti impedisce al nostro corpo di esprimere il massimo del benessere e, nel caso di una carenza forte, si vengono a produrre disturbi e patologie anche gravi. Per questa ragione è fondamentale assumere quotidianamente 5 porzioni di frutta e verdura di 5 diversi colori, in modo da coprire il corretto fabbisogno raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute.

 

 

 

 

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