Comunicare con i bambini con il linguaggio dei segni

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Quando il bambino non sa ancora parlare, non è facile capirlo. Le mamme i primi mesi devono instaurare con il piccolo un linguaggio non verbale, fatto di segni. È qualcosa di naturale e istintivo, ma è anche una tipica preoccupazione. Quante volte avete pensato: ma se non dovessi capirlo? Come faccio a sapere se ha fame, sonno o non sta bene? Le madri devono stare serene, come possono fare invece le maestre nei nidi o i nonni?

Negli asili degli Stati Uniti, c’è un metodo per interagire col piccolo. Si tratta del baby signing, una pratica molto diffusa da anni, che riesce a dare risultati veramente sorprendenti nell’interazione non-verbale fra gli adulti e il bambino. Il primo a mettere a punto questo sistema è stato il Dr. Joseph Garcia che proprio alla fine degli anni Ottanta ha sviluppato il sistema dei segni per comunicare con le persone non udenti.

Questo metodo ha permesso di interagire anche con i bambini più piccoli, perché estremamente facili. Questi piccoli ovviamente non sono sordi, ma semplicemente non sono ancora in grado di esprimersi a parole. L’ American Academy of Pediatrics sta monitorando l’applicazione del linguaggio dei segni negli asili americani, dove ha riscosso molti consensi sia tra le insegnanti sia tra i genitori. C’è sempre l’ansia, infatti, che il piccolo non venga seguito correttamente o che non sia capito totalmente. Ecco questo strumento fa stare tranquilli tutti.

Il bambino può rallentare l’acquisizione della parola? Alcune volte i genitori vanno in ansia perché il bimbo non parla subito. Non ci deve essere questo timore: i cuccioli che utilizzano il baby signing, essendo fin da subito stimolati alla comunicazione, iniziano a parlare prima degli altri e con un vocabolario più ricco e variegato. Insomma, questo linguaggio è semplicemente uno strumento in più per superare alcune barriere, inoltre, può tornare molto utile nel corso della vita.

 

Photo Credit| ThinkStock

 

[Fonte]

 

 

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