Come riconoscere le contrazioni

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Al parto non manca poi molto e anche se fino a oggi non avete voluto pensarci, ora una domanda vi tormenta: come riconosco le contrazioni? Care future mamme, state tranquille. Le contrazioni si riconoscono. Non c’è bisogno di prepararsi psicologicamente, perché sono sufficientemente forti e decise da non poter passare inosservate. È vero che esistono contrazioni differenti e quelle iniziali potrebbero quasi non essere avvertire.

Prima di tutto, che cosa sono? Sono gli spasmi che servano per appianare il collo dell’utero e stimolare la dilatazione. Le false doglie o  preparatorie partano qualche settimana prima del parto e a volte si manifestano per tutta la gravidanza, magari nei momenti di stanchezza. Non c’è da preoccuparsi, sono fisiologiche, ma bisogna ovviamente farci attenzione e soprattutto riposare.

È un dolore leggero, simile a quello mestruale. In alcuni casi è accompagnato dalla pancia dura. La pancia dura e questo tipo di contrazioni in molti casi sono stimolati anche dai movimenti fetali.  Le contrazioni vere e proprie sono più forti e dolorose. Il dolore è estremamente soggettivo, non si può quindi generalizzare. Considerate però di sentire delle fitte abbastanza basse e un male che tenderà a irradiarsi alle gambe.

Se le preparatorie possono essere sporadiche o magari durare per un periodo di tempo limitato, queste partiranno con una distanza ampia (30 minuti) per poi, piano piano, intensificare in frequenza e durata. E ovviamente il dolore aumenterà contrazione dopo contrazione, per cessare nei minuti di intermezzo. Cercate in quei pochi minuti di riposare e riprendere fiato.

Se avete deciso per un parto 100 percento naturale, quindi senza epidurale, sappiate che le donne durante il travaglio producono endorfine, ormone dalle proprietà analgesiche. Servono a lenire il dolore e creare una sensazione di benessere. Pensate che alcune donne riescono anche ad addormentarsi durante una contrazione e l’altra. È vero, può sembrare strano ma è così. È importante imparare ad ascoltarsi, per sfruttare ciò di cui madre natura ci ha fornito.

 

Photo Credit | Thinkstock

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