Che tipo di genitore sei?

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Il mestiere di genitore è fatico, difficile e soprattutto si può svolgere in molti modi diversi. Gli esperti dell’Università di Kobe in Giappone hanno identificato sei diversi profili di mamma o papà tipo. La differenza sta nel modo in cui ci si può prendere cura del proprio bambino. Pensate che secondo la ricerca la felicità futura del piccolino dipende molto dall’accudimento.

genitore

Gli studiosi hanno somministrato un questionario apposito a 5mila uomini e donne, che indagava la loro situazione attuale e anche i rapporti con i genitori da piccoli.

Hanno identificato quattro fattori chiave: interesse o disinteresse, fiducia , indipendenza, regole. Dalle risposte sono state identificate sei tipologie di genitori:

  1. Quelli che offrono supporto: trascorrono tempo insieme ai figli, mostrano fiducia in loro e interesse in quello che fanno
  2. I rigorosi: danno poca indipendenza ai figli e impongono loro molte regole
  3. Gli indulgenti: buon livello di fiducia nei figli e tempo speso insieme, non molto rigidi
  4. Gli accomodanti: scarso interesse verso i figli, poche regole
  5. I duri: non hanno fiducia nei figli e danno loro scarsa indipendenza
  6. Genitori nella media: che hanno livelli medi in tutti i fattori chiave (fiducia indipendenza, interesse, regole)

Ora veniamo alla felicità futura in base ai profili. Chi tra i partecipanti allo studio era cresciuto con genitori che offrivano supporto risultava avere buon successo accademico e il più alto livello oltre che di salario anche di felicità. Quelli che invece avevano avuto genitori classificabili come severi avevano un buon successo a scuola e sul lavoro, ma erano meno felici.

Voi che tipo di genitore siete? Ci avete mai riflettuto? È molto difficile autogiudicarsi e stabilire il proprio livello di severità. Prendersi però un momento per questo esercizio potrebbe essere utile per correggersi eventualmente. Magari parlatene con il vostro coniuge, confrontatevi. Sbagliare è più che umano e naturale, ma capire l’errore è ciò che fa la differenza.

 

Photo Credits | Shutterstock /Yuganov Konstantin

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