Mese della nutrizione infantile

mese della nutrizioneOttobre 2009 è il mese della nutrizione infantile. All’interno del sito web creato ad hoc vengono fornite utilissime informazioni nonché segnalati alcuni impedibili appuntamenti con specialisti dell’alimentazione infantile.

Ampio spazio viene dedicato al latte materno e alla sua importanza nello sviluppo e nella crescita del bambino. Il sito consiglia,  nel caso in cui una mamma dovesse trovarsi nella situazione di non poter allattare al seno, di usare il latte per l’infanzia; l’organizzazione Mondiale della Sanità ed il Ministero della Salute consigliano invece, come viene riportato dal sito, di non introdurre nella dieta del bambino fino al 12° mese di vita il latte vaccino perché ha una composizione inadeguata ai fabbisogni del bambino.

Allattamento: come riprendere dopo uno stop

stop allattamento

Alcune volte può succedere che a causa di una seria influenza la donna sia costretta ad interrompere per un periodo di tempo l’allattamento; questo però non deve spaventare la mamma, perché se la pausa forzata è breve non ci sarà nessun problema per il neonato.

La prima cosa da fare per tornare ad attaccare il bimbo al seno è mantenere attiva la lattazione durante lo stop; questo si può fare svuotando regolarmente il seno attraverso il tiralatte, che va utilizzato con lo stesso ritmo delle poppate. Lo svuotamento potrebbe essere effettuato anche manualmente, ma è meglio usare il tiralatte per evitare ingorghi mammari o blocchi dei condotti galattofori, che potrebbero rendere dolorosa la ripresa dell’allattamento.

I cibi da evitare nel primo anno di vita del bambino

cibi vietati bambini

Quando comincia lo svezzamento, i neogenitori sono invitati da più parti alla prudenza.  Questo avviene perchè  alcuni alimenti potrebbero non essere tollerati dal piccolo e, data la loro natura, esporlo al rischio di sviluppare allergie. Si tratta di cibi che vanno quindi introdotti nell’alimentazione del bambino in maniera graduale e solo a partire da una certa età, quando questo avrà sviluppato in maniera adeguata tutte le sue difese. E’ il caso del pomodoro, del tuorlo d’uovo, di fragole, kiwi e delle spremute di agrumi che non devono essere somministrati al bambino prima dell’ottavo-nono mese di vita.

Durante il primo anno di vita è bene anche evitare di aggiungere il sale alla pappa e al brodo vegetale. Il sale aggiunto a quello già contenuto negli alimenti favorisce infatti l’instaurarsi dell’abitudine ai gusti troppo forti condizionando inevitabilmente le preferenze del piccolo già in tenera età. Un bambino abituato a mangiare salato sin dalla tenera infanzia manterrà anche da adulto questa predilezione con l’inevitabile rischio di sviluppare patologie cardiovascolari.

Svezzamento vegetariano e vegano: cosa c’è da sapere

svezzamento vegetariano

I vegetariani eliminano dalla propria alimentazione e da quella dei figli, anche in fase di svezzamento, la carne e il pesce, altri, come i vegani e i macrobiotici puri, rifiutano l’uso di molti derivati animali, fino a rinunciare anche al miele.

Il rispetto per la diversità fisica e mentale di un bambino in paragone di un adulto, dovrebbe consigliare la scelta migliore per lui, indipendentemente dalle convinzioni mediche, filosofiche o religiose dei genitori: negli Stati Uniti, alcuni giudici hanno dichiarato che imporre ai figli questo tipo di alimentazione è un vero e proprio abuso di minore, e le statistiche dimostrano che una rigida alimentazione macrobiotica o vegana può danneggiare lo sviluppo del bambino durante il suo primo anno di vita.

Nutrire un lattante con queste regole severe sarebbe difficile anche per un esperto di alimentazione: i bisogni di nutrienti devono essere attentamente panificati e il gran volume dei vegetali e la loro minore digeribilità può dare dei problemi al bambino in fase di crescita. Nella dieta vegana e macrobiotica la scarsezza di acidi grassi riduce la quota calorica, la ricchezza di fibre riduce la disponibilità di alcuni minerali, e la carenza di alcune vitamine, così quella del ferro, vanno integrate con vitamine di sintesi.

Svezzamento, quando cominciare

svezzamento

Fermo restando che sarà il vostro pediatra a dirvi quando cominciare lo svezzamento (o divezzamento), questa importante e delicata fase non comincia in genere prima del 5°-6° mese di vita. Cominciare lo svezzamento si rende necessario perchè con il passare del tempo il latte non basta più a soddisfare le esigenze nutrizionali del bambino che comincia ad aver bisogno non solo di più calorie, ma anche di alimenti maggiormente ricchi di ferro e proteine.

Certamente il latte continua ad avere un ruolo fondamentale nell’alimentazione del piccolo, ma altri cibi cominciano ad affiancarlo o a prenderne il posto, tanto più che la maturazione progressiva dell’apparato digerente, insieme allo sviluppo neuromuscolare, lo rende in grado di assumere altri alimenti.

Allattamento al seno, ecco alcuni miti da sfatare

allattamento al seno false credenze

Il 96% delle neomamme è perfettamente in grado di allattare al seno il proprio piccolo, inoltre, a meno che la madre non sia affetta da patologie croniche e/o non assuma farmaci incompatibili con la salute del figlio, non esistono controindicazioni all’allattamento materno. Tuttavia sono molte le donne che passano al biberon entro le prime settimane di vita del bambino spesso perchè preda di dubbi e incertezze che non riescono a superare, a volte anche a causa di una cattiva informazione della quale, loro malgrado, si ritrovano vittime.

L’allattamento al seno infatti è spesso accompagnato da una serie di convinzioni e credenze non vere che più che essere di aiuto alla neo o futura mamma la confondono gettandola a volte addirittura nello sconforto. E’ vero ad esempio che chi ha il seno piccolo produce poco latte? No. Niente affatto. Eppure quante donne poco prosperose possono essersi scoraggiate nell’apprendere quella che non è altro che una diceria?

Vediamo quindi di demolire alcune false credenze sull’allattamento materno, a cominciare da quella appena citata:

Ruttino e rigurgito

ruttino

Durante la poppata, che sia al seno o con il biberon, il bambino può ingerire insieme al latte una piccola quantità di aria che finisce per accumularsi nella parte alta dello stomaco. Da qui l’utilità del ruttino che ne permette la fuoriuscita, in genere a fine pasto; non è infrequente però che alcuni neonati lo emettano spontaneamente tra una pausa e l’altra dal biberon o durante il cambiamento di seno.

Se il bambino invece ha bisogno di essere sollecitato per fare il ruttino basterà metterlo in posizione verticale e poggiarlo sulle spalle, quindi massaggiargli la schiena o dargli dei colpetti leggeri con il pamo della mano. In alternativa potete metterlo seduto sulle vostre ginocchia e, reggendolo per le ascelle, inclinarlo leggermente ora da un lato, ora dall’altro.

Sappiate però che non tutti i bambini hanno bisogno di fare il ruttino al termine della poppata, quindi se trascorso un certo tempo (diciamo 5 minuti) questo non arriva non è il caso che inistiate.

A volte però insieme al ruttino arriva il temuto rigurgito (non a caso vi conviene sistemare un fazzoletto di cotone sulla spalla prima di appoggiarvi il bambino). Si tratta della fuoriuscita di una piccola quantità di latte molto frequente nel neonato che in realtà però può avvenire anche a distanza di qualche ora dalla poppata. Di per sè non deve preoccupare, ma vale la pena di adottare qualche accorgimento per prevenirlo:

I vari tipi di latte artificiale

latte artificiale

Per nutrire i bambini di chi non può allattare al seno, esistono numerosi preparati della chimica industriale: i latti artificiali. Nel caso in cui si debba ricorrere a questa soluzione, sarebbe meglio preferire alimenti non manipolati, come il latte vaccino diluito con latte di soia o di mandorle o con un decotto di cereali integrali provenienti da colture biologiche, ma la loro preparazione è piuttosto complicata e il risultato non è sempre garantito.

Esistono vari tipi di latte destinati a sostituire quello materno, vediamo quali sono. Il latte adattato che ha una composizione molto simile a quella del latte materno, e contiene un’alta percentuale di lattosio e lipidi di origine vegetale, ed è ideale per bambini sopra i 2,5 kg; il latte parzialmente adattato, che si differenzia da quello adattato per composizione di zuccheri, e perché riduce più rapidamente il senso di fame.

Il latte di seguito è preparato riducendo la concentrazione delle proteine nel latte vaccino e per questo è molto simile a quello di mucca, ed è usato per i bambini dai 5 mesi in poi. Il latte vegetale è utile per neonati intolleranti ai componenti del latte e per curare particolari problemi di salute; i più usati sono il latte di soia e il latte di mandorle. Esistono anche dei latti particolari studiati per i neonati nati prematuri.

Il latte materno deve essere preso “espresso”

allattamento/1I livelli dei nutrizionali nel latte materno cambiano ogni 24 ore in risposta ai bisogni del bambino. Questa notizia è destinata a mutare le abitudini di molte neomamme, soprattutto quelle che lavorano ed hanno la necessità di tirare il latte.

Questo nuovo studio pubblicato dalla rivista Nutritional Neuroscience ha posto in evidenza un duplice aspetto dell’allattamento al seno, infatti ha messo in luce come il latte materno aiuti a regolare i ritmi del sonno del neonato e soprattutto come la composizione di questo prezioso alimento cambi notevolmente durante l’arco delle 24 ore.

Aumenta la produzione di latte con la tisana al finocchio

tisana di finocchio per aumentare il latte

Se si desidera aumentare la produzione di latte, si possono sfruttare le proprietà di alcune erbe, come ad esempio i preparati a base di finocchio. Il finocchio è un ortaggio con molte qualità: è leggero e con poche calorie, favorisce la circolazione del sangue, è un ottimo alleato del fegato e contribuisce ad eliminare scorie e tossine.

La prerogativa del finocchio che interessa le neomamme è quella di aumentare la produzione del latte durante l’allattamento, grazie al suo contenuto di fitoestrogeni, degli ormoni naturali che stimolano la ghiandola mammaria; il suo sapore dolce, infine, rende il latte più dolce, cosa che in genere ai bambini piace molto.

L’alimentazione del bambino

neonato che mangiaPartiamo dal presupposto che ogni bambino ha tempi diversi ed è fondamentale rispettarli. In linea generale l’inizio dello svezzamento può variare dai 4 ai 6 mesi. Ascoltate sempre il parere del pediatra che potrà dirvi dopo avere visitato il bambino qual è il momento migliore per iniziare a somministrare a vostro figlio i primi cibi solidi.

Secondo le direttive del Ministero della Salute:

Lo svezzamento può iniziare dal 6° mese di vita compiuto del bambino, quando è ormai sicuramente pronto da ogni punto di vista: psichico, motorio, digestivo. Potrà allora accettare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi.

I metodi di sterilizzazione

biberon/1Sterilizzazione a caldo o a freddo? Ma devo proprio sterilizzare tutto? Tutto ciò che viene a contatto con la bocca di tuo figlio deve essere sterilizzato, soprattutto nei primi sei mesi di vita; dopo questo periodo infatti lui inizierà a mettere in bocca qualunque oggetto gli sia a portata di mano e la sterilizzazione diventerà superflua. Nei primi mesi di vita invece bisognerà sterilizzare biberon, tettarelle, succhiotti, massaggia gengive e cosi via. Questo processo serve per evitare la proliferazione di germi e di funghi e quindi elimina il rischio di possibili infezioni.

La sterilizzazione non riguarda, però, solo gli oggetti usati dai bambini allattati artificialmente. La sterilità è importante anche per i bambini allattati al seno. Se lo allatti al seno dovrai pulire ogni volta il capezzolo o con un sapone rigorosamente neutro oppure con una soluzione disinfettante di quelle in commercio. Subito dopo la poppata dovrai pulire di nuovo il seno ed asciugarlo bene per eliminare qualunque residuo di latte.

Allattamento al seno, tutti i benefici

allattamento al seno

Il latte materno rappresenta l’alimento migliore per il bambino nei primi mesi di vita, questo infatti non solo contiene tutti i nutrienti necessari per una crescita sana e corretta, ma protegge il neonato anche dallo sviluppo di infezioni (gastrointestinali, respiratorie, urinarie) e ne rafforza il sistema immunitario garantendogli allo stesso tempo un sonno più regolare e tranquillo grazie al contenuto di caseomorfine, veri e propri calmanti naturali.

Analogamente, allattare al seno giova alla salute della mamma riducendone il rischio di insorgenza di patologie quali il tumore mammario e alle ovaie e, più tardi, l’osteoporosi. Inoltre, la neo-mamma che allatta il proprio bimbo consuma un bel pò di calorie e ritorna più velocemente al peso pre-gravidico, mentre la produzione di ossitocina, stimolata dalla suzione, aiuta ad uscire più velocemente dal periodo del cosiddetto capoparto.