I bambini dormono meno, l’ora legale non influisce

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bambini dormono meno ora legale non influisce

Alla vigilia del ritorno dell’ora legale torna un tema piuttosto discusso in questo periodo, e non solo, quello relativo al riposo dei bambini. E se mentre gli esperti consigliano di anticipare ogni giorno il suono della sveglia di 10 miniti per far si che l’impatto con il nuovo orario sia meno traumatico, Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno, afferma che i bambini dormano poco e ciò indipendentemente dal ritorno dell‘ora legale.

Lo spostare le lancette avanti di un’ora secondo molti provocherebbe dei problemi nel riposo dei più piccoli. Problemi che, secondo lo stesso Peverini, sono comunque transitori e di breve durata. Oltre a perdere un’ora di sonno tutti gli orari risulteranno anticipati, almeno rispetto alle abitudini precedenti. Come l’ora del pranzo, della cena e quella della nanna con annessa difficoltà a prendere sonno e conseguente stato di sonnolenza il giorno successivo mista ad irrequietudine. Situazione comunque facilmente recuperabile nel giro di pochissimo tempo.

Anche se il passaggio all’ora legale risulti decisamente più difficile da affrontare rispetto a quello dell’ora solare, il punto della questione starebbe invece nel fatto che adolescenti e bambini, spesso molto piccoli, vadano a letto decisamente tardi. Le cause di tale tendenza stanno nella permanenza prolungata fino a tarda notte degli stessi di fronte a computer, videogiochi e televisione.

Le difficoltà irrisorie dell’abituarsi al nuovo orario sarebbero però ampiamente “ricompensate” dal poter usufruire di un’ora in più di luce al giorno, aspetto questo da non sottovalutare, specie perchè potenzialmente sfruttabile dai più piccoli per godere di tempo passato all’aria aperta, magari facendo movimento o semplicemente godendo di una bella giornata di sole. Il dato preoccupante è invece l’alta percentuale dei giovani che non godono di un buon riposo. “Il 30 % degli studenti presenta un debito di sonno pari a quello dei lavoratori turnisti”.

[Fonte]

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