Bambine Rett, i disturbi polmonari si curano con la cantoterapia

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È uno dei disturbi classici dall’ autismo. La sindrome di Rett è una grave patologia neurologica, che colpisce prevalentemente le femmine. Un gruppo di ricercatori multidisciplinari del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena ha scoperto che le bambine con questa sindrome soffrono di una malattia ai polmoni simile a quella che può colpire i fumatori più accaniti.

Per giungere a questa tesi, le piccoline sono state sollecitate con stimolazioni sensoriali attraverso il canto. I disturbi respiratori nella sindrome di Rett sono generalmente attribuiti a gravi disfunzioni o immaturità del tronco encefalico, ma finora non esistevano informazioni relative alle caratteristiche morfologiche polmonari. Questo studio ha permesso di raggiungere un nuovo punto (scientifico).

Alla ricerca ha collaborato il cantante Matteo Setti, che da tempo lavora a questo tipo di progetti presso Neuropsichiatria infantile diretta da Joussef Hayek.  Setti, per cantare, utilizza le apnee ostruttive simili a quelle che si verificano nelle bambine Rett e con questa tecnica (quella del canto) si possono anche bloccare. Il neonatologo De Felice, coordinatore della ricerca, ha spiegato il valore di questi studi, che non sono solamente conoscitivi:

La patologia osservata ha caratteristiche simili a una malattia del fumatore accanito, ma ovviamente nessuna bimba Rett fuma, quindi le due patologie potrebbero condividere meccanismi patogenetici simili. In seguito a questi nostri studi molte persone ed enti hanno pensato di fare qualcosa per migliorare la qualità di vita delle pazienti. Per esempio, la Round Table 41 di Siena ha voluto devolvere il ricavato delle attività 2010 all’allestimento della sala della musica “Matteo Setti” presso la nostra Neuropsichiatria infantile, in modo da trasformare i nostri studi in elementi concreti di supporto nei disturbi autistici, affiancando la musica alla terapia tradizionale farmacologia e fisioterapica

Le bimbe Rett sono anche chiamate le bambine dagli occhi belli, perché riescono a comunicare con il mondo solo con lo sguardo. In Italia ci 500 malati diagnosticati, ma secondo alcune stime potrebbero essercene altri 2.500. Allo studio, oltre a 27 pazienti, hanno partecipato la Neuropsichiatria infantile delle Scotte, la Fisiopatologia respiratoria e la Diagnostica per immagini. La ricerca è stata condotta in collaborazione con l’università di Siena, l’ospedale di Guastalla (Reggio Emilia), il Cnr di Lecce e l’università di Seul.

[Fonte: Corriere]

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