Allarme morbillo in Italia: più di 1000 casi nel 2014

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Sono in aumento i casi di morbillo tra i bambini. Solo nel 2014, quindi nei primi sei mesi dell’anno, sono stati contati più di mille casi, oltre 230 solo nel mese di aprile. Come mai? Non si tratta di un fenomeno solo italiano, anche in Europa e in Usa la malattia si sta manifestando con focolai importanti.

Lo scorso anno vi sono stati circa 2.200 casi complessivi di morbillo, ma a fine 2014 c’è da aspettarsene molti di più perché i dati a oggi disponibili non comprendono il periodo maggio-giugno, quando non si è ancora esaurito il picco stagionale.

Ha commentato Alberto G. Ugazio, Direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e Presidente della Commissione vaccini della SIP durante il Congresso italiano di Pediatria. Per l’Organizzazione mondiale della Sanità la situazione è allarmante, per questo motivo è stata creata una Commissione di esperti per attuare un Piano almeno a livello europeo: l’obiettivo è eliminare morbillo e rosolia entro il 2015.

Perché il morbillo fa così paura? È responsabile di encefalite in un caso su mille, evento che porta alla morte o a danni permanenti. Non è tutto. Se contratto in età adulta, porta quasi sempre complicanze gravi. Perché è ritornato in modo così prepotente? Prima di tutto perché in molti dubitano sull’utilità del vaccino (che comprende anche rosolia e parotite), oltre a temere per gli eventuali rischi (da anni si parla di autismo). C’è stato un calo delle coperture vaccinali.

Il ritorno del morbillo e di altre malattie infettive, come ad esempio la pertosse in Inghilterra, è un effetto collaterale della medicina ‘postmoderna’: una medicina che non riconosce la verità scientifica, che valuta solo i rischi e non i benefici, che mette le competenze del  paziente sullo stesso piano di quelle del medico. Le informazioni sono una cosa, la conoscenza è un’altra cosa: il problema è che Google mette tutto sullo stesso piano.

 

Photo Credit | Thinkstock

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