La storia di Babbo Natale

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I vostri bimbi credono a Babbo Natale? E voi? Quando eravate bambine intendo…credevate che questo simpatico signore anziano e un po’ grassottello venisse a portare i doni la notte santa? Io non ci ho mai creduto, neppure da piccolissima; da un lato perchè mia madre non è che ne parlasse molto, dall’altro perchè quelle poche informazioni che riuscì a reperire durante la scuola materna lo davano per inesistente.

Sicuramente però è una figura che affascina tutti, grandi e piccoli, che ci creda, o che si sia mai creduto, o no. Ma come ha fatto Babbo Natale a diventare quello conosciamo oggi? Forse non tutti sanno che furono gli olandesi a esportare negli Stati Uniti la figura di Sinter Klass (San Nicola) il portatore di doni raffigurato in groppa a un asinello bianco e ricordato il 6 dicembre.

Ben presto Sinter Klass  fu “adottato” dai coloni inglesi che lo ribattezzarono Santa Claus e gli attribuirono i tradizionali colori bianco e rosso e il compito di portare i doni ai bimbi buoni la notte tra il 24 e il 25 dicembre. Fino a quel momento però “Santa” veniva raffigurato come un signore molto elegante (si spostava in groppa a un cavallo bianco alato e vestiva come un cardinale) e forse un po’ smilzo.

Fu nel 1823, con la pubblicazione di una poesia intitolata La notte di Natale, sul giornale statunitense Sentinel, che per la prima volta il nostro Babbo fu definito come un ometto un po’ tarchiato, accompagnato da otto renne (solo in seguito divennero nove) e fu con questo aspetto che Santa Claus fece il proprio ingresso nell’immaginario collettivo come figura tipicamente natalizia.

In seguito, tra il 1862 e il 1886, l’illustratore Thomas Nast dedicò al vegliardo una lunga serie di tavole illustrate che rivelarono per la prima volta la pubblico dettagli fino ad allora sconosciuti sulla sua vita (e dei quali Nast è quindi considerato l’inventore): la casa al Polo Nord, l’esistenza della fabbrica di giocattoli e dei fedeli gnomi, la lista dei bambini buoni e cattivi.

Superfluo aggiungere, forse, che la figura di Babbo Natale, raggiunse l’apice della popolarità negli anni ’30, quando la famosa bevanda ne fece il proprio, incosapevole e gratuito, testimonial d’eccezione.

 

 

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