Nuova allergia bambini, arriva Ambrosia

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Nuova allergia bambini Ambrosia

Neanche in estate le allergie vanno in vacanza, lo sanno bene i bambini colpiti da Ambrosia. Giusto in questi giorni gli esperti dell‘Ospedale Bambin Gesù di Roma precisano che si tratterebbe di una nuova allergia presente finora solo al Nord e dovuta ad una pianta erbacea originaria dall’America, arrivata per la prima volta in Italia 25 anni fa. Il polline si troverebbe già nell’aria e per terra e nel caso in cui vediate i vostri bambini strofinarsi gli occhi o soffiarsi il naso potrebbe trattarsi proprio di essa

Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù ne avrebbero già verificati parecchi casi a partire da inizio anno. In particolare il polline della pianta causa di tale allergia, l’Ambrosia appunto, sarebbe caratterizzato dalla forma di piccoli uncini che si attaccherebbero ovunque, dai vestiti ai pneumatici di veicoli presenti sia sulle strade che negli aereoporti. I conseguenti sintomi risiederebbero nella congiuntivite, nel prurito e nel classico naso chiuso. Il suo apice verrebbe raggiunto ad agosto anche se l’allergia potrebbe prolungarsi fino a settembre-ottobre.

Niente paura quindi nel caso in questi giorni sia nei bambini che negli adulti dovessero comparire i tipici sintomi di un’allergia. Anche se abbiamo salutato la primavera ormai da qualche mese è possibile che di tratti proprio di Ambrosia, in quanto il suo massimo periodo di fioritura si verificherebbe proprio durante questo mese.

Tra i rimedi, quello più naturale e consigliato sarebbe un soggiorno in montagna. Chi non ne abbia la possibilità può ricorrere ai sempre utili antistaminici, spray nasali e collirii. Rimedi utilizzati nella stragrande maggioranza dei casi, che in questo, potrebbero richiedere delle dosi maggiori per via del fatto che l’Ambrosia scateni una rinite più forte del normale. Anche i vaccini risultano piuttosto efficaci. Utile sapere che l’Ambrosia sia in alcune occasioni accompagnata da diverse allergie alimentari come a quella al kiwi, ad esempio.

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Photo Credit | Thinkstock

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