Milk sharing, attenzione all’acquisto via internet

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C’erano una volta le nutrici, sostitute adesso dal milk sharing. Il nome cambia, ma di fatto si tratta della stessa pratica, la condivisione del latte. L’allattamento del bimbo con il latte di altre mamme ha ripreso a diffondersi da un certo lasso di tempo a questa parte, ma spesso viene anche acquistato sul web, dove non è detto che sia sicuro. 

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Lo conferma una recente analisi presentata in occasione del Meeting annuale delle Pediatric Academies Societies(PAS) che si p svolta a Baltimora, negli Stati Uniti.

Se la pratica della condivisione del latte è estremamente antica e rappresenta la forma alternativa più popolare per nutrire i bambini che non potevano essere allattati dalle madri, è anche vero che la figura nel corso del tempo è stata regolamentata con una serie di leggi ad hoc tanto da diventare una vera e propria professione con  leggi e contratti che ne regolavano la pratica incluso anche il requisito di visita medica.

A partire dal XIX secolo la professione però ha cominciato a perdere di popolarità perché d’altro canto ha cominciato a rafforzarsi il legame mamma-bambino e il rischio di trasmissione di malattie. 

A distanza di anni si registra invece una nuova inversione do tendenza con la rinascita della condivisione del latte grazie a donne che ne producono più del necessario e lo vendono online. Ma i medici lanciano l’allarme proprio su questi tipi di acquisti: spesso si tratta di vendite non regolamentate n nessun modo e del tutto prove di regolamenti e degli esami medici che una volta invece le accompagnavano. 

La condivisione del latte non regolamentata via Internet presenta degli inevitabili problemi di sicurezza e dovrebbe essere scoraggiata, ma dovrebbero essere i medici a incentivare la condivisione attraverso le apposite banche del latte. 

 

BANCA DEL LATTE MATERNO, COME FUNZIONA 

PHOTO CREDITS | THINKSTOCK

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