Le mamme malate di cuore hanno più probabilità di avere delle bambine

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Sarà maschio o femmina? Ci sono coppie che non lo vogliono sapere, genitori, invece, che non vedono l’ora di fantasticare sui nomi e sul futuro del cucciolo in arrivo e scalpitano per scoprire il sesso del nascituro. Come sapete, non esiste un metodo per influenzare il genere, anche se su questo tema ci sono numerose leggende metropolitane.

Un nuovo studio iraniano, presentato al Congresso Mondiale di Cardiologia di Dubai, ha dimostrato che le mamme con una malattia cardiaca hanno delle probabilità in più di avere delle bambine. Come sono giunti a questa tesi? Ovviamente analizzando un tot di gravidanze e facendo delle statistiche. Sono state prese in considerazione 200 donne in gravidanza con malattie cardiache. È emerso che il 75 percento dei bambini (totali 216) nati da queste mamme era di sesso femminile.

Entriamo un po’ più nel dettaglio. Stando a quanto si evince sull’ Ansa: il 64 percento delle signore avere una malattia valvolare, 19 percento una cardiomiopatia dilatativa, mentre il 14 percento una cardiopatia congenita. Non c’è ancora una spiegazione sul perché ben tre quarti dei neonati siano bimbe, ma quello che è abbastanza sicuro è che non possa essere una banale coincidenza. Kathryn Taubert, Chief Science Officer della World Heart Federation, ha commentato:

I cromosomi nel seme maschile sono responsabili del sesso di un bambino, ma questo studio suggerisce che ci può essere una relazione tra lo stato di salute della madre e il sesso dei bebè che lei è in grado di portare a termine. Poiché il numero di donne con malattia di cuore è in aumento in tutto il mondo, questa potrebbe rivelarsi un’area molto interessante per ulteriori ricerche.

È ovvio che questo studio non ha nulla a che vedere sulla scelta del sesso del bambino, piuttosto sulla salute della mamma. Il tema della scelta di genere mi è molto caro. Abbiamo, infatti, più volte parlato di aborto selettivo e delle barbarie indiane, paese in cui le donne diventeranno sempre meno numerose.

Photo Credits| ThinkStock

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